La Repubblica festeggia oggi, in anticipo, i sessantanni del debutto dei Peanuts.
Per parte mia, in anticipo anch'io, vorrei ricordare uno dei più bei romanzi brevi della letteratura del Novecento, americana e non, scritto da Snoopy, sopra la sua cuccia.
Non ritrovando in rete l'originale, riporto (credo fedelmente) il testo scritto su tre sequenze.
- Tesoro mio, ricordi la nostra prima notte a Parigi?
- Passeggiavamo sotto la pioggia e tu ti sei bagnata tutta.
- Poiché avevo io l'ombrello.
Quando lessi questa vignetta avevo, più o meno, sedici anni. La ritagliai da Linus e la misi dentro il portafogli, come un santino. All'epoca andavo spesso in discoteca. L'avrò letta e ridetta a centocinquanta pulzelle. Non ne ho mai imbroccata una mediante ciò. Anzi, una biondina, una volta mi disse (testuale): «Che fava che sei». E io: «Grazie. Ma scusa, come ti chiami?». E lei: «Levatidallepalle». E io: «Accidenti che nome lungo».

Sei più divertente di Snoopy, peccato che lei non l'abbia saputo apprezzare, non è da tutti godere di un sano umorismo gratis, è pur vero che per capire e apprezzare l'arte, anche quella più semplice, ci vuol un minimo di intelligenza attiva, si vede che lei in quel momento non l'aveva attivata (la sua intelligenza, intendo).
RispondiEliminaAnia