Chissà se da morti i cimiteri saranno belli come da vivi, soprattutto quando, a una certa ora del tardo pomeriggio, l'unico sopravvissuto sei tu, il resto sono solo nomi e croci.
È una strana impressione, paragonabile a quella che potrebbe avere un dio nel ritrovarsi a fianco di noi mortali, con la differenza che la nostra è una solitudine provvisoria, dato che, presto o tardi, il nostro sovrastare diventerà un comune sottostare.
Però che bei colori il cielo, che luce, tutto molto metafisico. Sarà meglio chinarsi, toccare terra, strappare qualche filo d'erba a una tomba, osservarne le radici, casomai recassero messaggi dal sottosuolo.
E invece è il cielo che parla, un tuono lontano e la pioggia di due cose diverse, una delle quali resta sospesa come volasse con il deltaplano, ché non vuole posarsi finché caso lo imponga - è un caso essere qui e non sapere esattamente se avere voglia di esserci sia una cosa buona e giusta, o sia una cosa e basta tra le tante, fottuta età di mezzo, età del discrimine, del disincanto, della parola che non si accontenta.

Quest'età di mezzo io la trovo molto più rilassante rispetto alle mie età passate. Il tuo bel scrivere è di sicuro frutto dei tuoi anni. Goditela ché ancora ci si può chiamare "ragazzi".
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