Bisogna ringraziare nuovamente Fabio Fazio per aver ospitato il signor Beppino Englaro, a Che tempo che fa di stasera. Ottima intervista. M'è piaciuto poco il finale con la citazione, da parte di Fazio, di un articolo di Roberto Saviano - scritto per El Pais - dove si legge «Come italiano senti la necessità di sperare che il mio paese chieda scusa a Beppino Englaro. Perché agli occhi del mondo l'Italia ha dimostrato di essere un paese crudele, incapace di capire la sofferenza di un uomo e di una donna inferma. Un paese che invece ha preferito... accusare, lanciarsi accuse, dividersi per bande. Non dovrebbe essere così. Non ci sono bande. Non si tratta di dividersi tra chi è per la vita e chi è per la morte»*. Non mi è piaciuta l'ultima frase lasciata così in sospeso, senza chiarimenti; e credo non sia piaciuta nemmeno al signor Englaro. Infatti, chi ha sostenuto e sostiene le sue ragioni, non è certo appartenente a una presunta banda della morte. Sono invece coloro che hanno lottato e lottano per togliere l'autodeterminazione dell'individuo nei confronti della propria vita che hanno accusato e accusano chi difende la libertà di scelta di essere un omicida, un boia. La ragionevolezza, la libertà, il richiamo alla Costituzione laica e democratica è quindi da una parte; mentre dall'altra c'è una posizione fideistica e teocratica, intollerante delle ragioni dell'altro, anticostituzionale e antidemocratica. Non esiste una posizione terza in questo caso. C'è già il Partito Democratico a stare in questa via di mezzo, in questo limbo in cui si cerca una mediazione tra due posizioni che non possono essere assolutamente messe sullo stesso piano.
*L'articolo di Saviano in fondo non si conclude certo così.
*L'articolo di Saviano in fondo non si conclude certo così.
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