domenica 17 maggio 2009

Lausanne metro



Salgo sulla metro che dal lago porta in centro e dietro me sale una giovane signora coi pattini in linea insieme alla sua (immagino) figlia, anch'ella dotata di pattini e con in mano una bambola semisvestita. Io mi seggo su uno dei molti sedili liberi, anche la bambina si siede, di fronte a me; la presunta mamma no: ha paura, forse, di poggiare il suo bel culo sodo e sudato sul probabile sporco dei sedili. La metro parte, con scatto improvviso. La donna perde l'equilibrio e cade tra le mie braccia. Proteggo a fatica lo stomaco e le parti più basse, ed una spontanea madonna m'esce di bocca. Per fortuna siamo a Losanna e nessuno mi conosce e forse nemmeno capisce. La signora s'affretta a scusarsi, imbarazzata. Io accetto le scuse e dico "si figuri, càpita a tutti di sbilanciarsi e cadermi sulle palle. Sapesse quanta gente c'è che mi sta sulle palle" continuo a dire, risentito, del mondo, del tempo, della vergogna che ci governa di là dalle Alpi. La signora comprende e non comprende il mio cattivo francese. Si dice disposta, per farsi perdonare, a offrirmi un caffè da Manora. Ma non è l'ora. Non ora. Non più.

2 commenti:

Devarim ha detto...

Se era a Losanna, il caffè doveva costare terribilmente. Ma era almeno buono?

Luca Massaro ha detto...

Caffè lungo, bollente, niente di che.