venerdì 24 luglio 2009

Dalla spada alla penna



Non che m'illuda troppo, ma queste notizie poco urlate sono confortanti. Lo so, come dice bene la fonte, i vari eventi culturali saranno tutti tesi a conquistare "consenso", a scaldare ancor più i cuori, a far venir voglia di martirizzarsi. Ma la messa in scena è comunque finzione, e anche l'eventuale ebreo, interpretato con tutti i suoi orribili cliché, potrà avere una sembianza umana, una possibilità d'incontro (infatti, dietro la maschera chi c'è se non un fratello?) Se il risentimento, la rabbia, l'odio profondo vengono incanalati in una sorta di «resistenza culturale», pur restando tali, si demoltilplicano, si ritualizzano, s'arrestano dentro il confine della rappresentazione. Possa sorgere dunque tra i palestinesi una tradizione "tragica", sia benvenuto un nuovo Sofocle con la kefiah

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