«L'acqua che scorre nei Vangeli calma e limpida sembra schiumare nelle lettere di Paolo. O, almeno, così a me pare. Forse è proprio solo la mia impurità a scorgervi il torbido: infatti, perché questa impurità non potrebbe inquinare la limpidezza? Per me, però, è come se qui vedessi una passione umana, qualcosa come orgoglio o ira, che non combacia con l'umiltà dei Vangeli. Come se ci fosse qui, in fondo, un'accentuazione della propria persona, e proprio come atto religioso, il che è estraneo al Vangelo*. Vorrei domandare - e non vorrei che fosse una bestemmia: "Che cosa avrebbe detto Cristo a Paolo?". Ma si potrebbe a ragione rispondere: che c'entri tu? Guarda di diventare tu più decente! Così come sei, non puoi affatto capire quale possa essere qui la verità.
Nei Vangeli - così mi sembra - è tutto più schietto, più umile, più semplice. Là ci sono capanne; in Paolo, una chiesa. Là tutti gli uomini sono uguali e Dio stesso è un uomo; in Paolo c'è già qualcosa come una gerarchia; gradi e cariche*. - Così sembra dirmi il mio FIUTO.»
Ludwig Wittgenstein, Pensieri diversi, Adelphi, Milano 1980 (pag. 63-4)
* Grassetti miei
Nessun commento:
Posta un commento