Ieri era l'8 settembre, una ricorrenza che si tende a dimenticare facilmente. Guarda caso oggi pesco in biblioteca Rosso e Nero di Renzo De Felice (Baldini&Castoldi, Milano 1995) e leggo:
«Vale la pena chiedersi cosa sarebbe successo se Badoglio avesse dato l'ordine di combattere contro i tedeschi? Non credo: tirando le somme, fu proprio il modo con cui si arrivò all'armistizio che rese inevitabile la dissoluzione delle forze armate. Perché quell'aria di sfiducia che attanagliava la nazione, per le fatiche di tre anni di guerra, per le frustrazioni della mancata fine dopo il 25 luglio, avrebbe dovuto risparmiare l'esercito?
Con la certezza che le prime vittime, i primi a pagare sarebbero stati proprio i militari, in mancanza di ordini, in assenza di obiettivi chiari, gettate le armi, l'unico pensiero fu quello di procurarsi un abito civile, evitare di essere fatti prigionieri, raggiungere con qualsiasi mezzo i propri paesi di origine. La reazione tedesca, forse sottovalutata dagli Alleati, ebbe un naturale effetto deterrente sulla truppa italiana. La consapevolezza della proverbiale disciplina, unita alla spietatezza, confermò l'idea della forza germanica e giustificò la nazione allo sbando, con l'accettazione della propria debolezza. Le conseguenze furono catastrofiche: i militari deportati in Germania saranno, alla fine della guerra, circa un milione.
Alle colpe della truppa corrispondevano, elevate alla potenza, le colpe degli ufficiali. Dove ci furono ordini precisi, vuoi per senso dell'onore o per odio antitedesco, la resistenza fu efficace e il processo di dissoluzione più contenuto e dignitoso. Nella stragrande maggioranza gli ufficiali vennero meno ai loro doveri. Il cattivo esempio dilagò giù giù per i gradi... Quelli che prestavano servizio presso il Comando supremo e lo Stato maggiore lasciarono senza ordini i comandi locali e si eclissarono. Furono in pochi ad affrontare il dramma dell' 8 settembre senza calpestare patriottismo e dignità nazionale, etica militare e solidarietà civile. Comportamenti così diffusi difficilmente possono trovare una giustificazione ideologico-politica. La spiegazione è nella condizione culturale e morale dell'Italia in quel momento: l'8 settembre, ci fu uno “sciopero morale”».
Nessun commento:
Posta un commento