«La democrazia è basata sull'uguaglianza; è insidiata mortalmente dal privilegio. L'uguaglianza non è l'omologazione, la massificazione [...]. Questa uguaglianza come omologazione è una condizione sociale e culturale, che deve essere combattuta dai singoli, affermando il proprio diritto all'originalità rispetto alla massa. L'uguaglianza come il contrario del privilegio [...] è essenzialmente isonomia - “la più dolce delle parole”, come la definisce Otane, nel celeberrimo discorso sulle forme di governo [*] [...] -, l'uguaglianza che deriva da leggi valide per tutti affermatasi, in Grecia, all'inizio del secolo glorioso della democrazia ateniese. Isonomia e democrazia - basta pensarci su un momento - sono le due facce della stessa medaglia. Senza leggi uguali - pensiamo alle leggi ad personam, fatte dai potenti per favorire se medesimi e i propri accoliti - la società si divide in caste, tra chi è sotto la legge che vale per le persone comuni e chi ne è sopra e vive così felice della legge fatta per le persone speciali. La vita collettiva, alla quale tutti in democrazia sono chiamati, si trasforma nel dominio di un un'oligarchia di privilegiati e la legge, da regola in cui tutti si devono poter riconoscere, diventa lo specchio in cui si riflette una società sbilenca».
Gustavo Zagrebelsky, Imparare democrazia, Einaudi, Torino 2007
*Segue nel prossimo post.
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