mercoledì 24 novembre 2010

La casa dei puttanieri

Tu non ricordi la casa dei doganieri
sul rialzo a strapiombo sulla scogliera:
desolata t'attende dalla sera
in cui v'entrò lo sciame dei tuoi pensieri
e vi sostò irrequieto.


Libeccio sferza da anni le vecchie mura
e il suono del tuo riso non è più lieto:
la bussola va impazzita all'avventura
e il calcolo dei dadi più non torna.
Tu non ricordi: altro tempo frastorna
la tua memoria; un filo s'addipana.


Ne tengo ancora un capo; ma s'allontana
la casa e in cima al tetto la banderuola
affumicata gira senza pietà.
Ne tengo un capo; ma tu resti sola
né qui respiri nell'oscurità.


Oh l'orizzonte in fuga, dove s'accende
rara la luce della petroliera!
Il varco è qui? (Ripullula il frangente
ancora sulla balza che scoscende...)
Tu non ricordi la casa di questa
mia sera. Ed io non so chi va e chi resta.


Eugenio Montale, Le occasioni
Tu non ricordi la casa dei puttanieri
a Palazzo Grazioli o nella nera
affollata magione d'Arcore o di sera
a villa Certosa dove Confalonieri
vi sostò indiscreto.


Mons. Sgreccia frusta da anni le mie mura
ma il suono vaticano non è più lieto:
la Mussola va impazzita e fa la dura
e la Carfagna offesa più non torna.
Tu non ricordi: aggiungere vergogna
alla memoria fragile finiana.


Io sono ancora il capo; ma s'allontana
lo stuolo di fedeli tra le lenzuola
spiegazzate senza tregua né pietà.
Sono ancora il capo; ma non ho più Scajola
e inizia a declinare la mia autorità.


Oh il mio Tremonti in fuga, dove m'accende
Lele Mora con una giarrettiera!
Il varco è lì? (La pillola – è urgente –
sennò non si rialza e mi riscende...)
Tu non ricordi la casa disonesta
menzognera. E io sono solo cartapesta.


Edoardo Montato, Le occlusioni




Chiedo venia per aver storpiato una delle più belle liriche del Novecento. Ma l'occasione era ghiotta e l'incipit irresistibile. Si accettano varianti: confido in quella di Giulio, auspico altresì quella di Luigi

3 commenti:

federica sgaggio ha detto...

Spaziale. Sei bravissimo.
(Ps: la parola «maggica» per inserire il commento è «unistr»: dimmi che non c'è il tuo zampino, se hai il coraggio!).

Luca Massaro ha detto...

Grazie mille
:-)
(Ps 2: giuro, non c'è il mio zampino, forse solo una sorta di naturale autocensura tecnica...)

luigi castaldi ha detto...

Hai dimenticato date, cose, facce:
le hai lasciate chissà dove,
là rimangono come tue tracce.
Prova del nove?
Non sono morte, riposano.

Impilate negli scaffali dell’oblio,
fanno un solo faldone e non osano,
ciascuna fascicolata nel suo addio,
e mute, immobili, stanno trafitte da uno spillo,
ma a sfiorarle danno un trillo,
e quello ti risuona dentro. Robe vive.

Non rotte perse, ma possibili derive,
e non avresti mai creduto, vero?
Ricrediti: non sono morte.
Tutto nell’orma, intero,
è il passo fatto e la sua sorte.

Così con "La casa dei doganieri",
che andava letta in altro modo, forse.
Era fra le cose pensate morte,
viva d’un giorno che fu l’altrieri.
Ripristino un pristino Montale,
sulla traccia ritrovata dell'originale.