martedì 1 marzo 2011

Se mi prendessero i nostri nemici


Se mi prendessero i nostri nemici
e gli uomini smettessero di rivolgermi la parola;
se mi privassero di ogni cosa al mondo,
del diritto di respirare e di aprire le porte
e di ripetere che ci sarà la vita
e che è il popolo giudice che giudica;
se osassero tenermi come un animale
e per terra mi gettassero il cibo
non resterò in silenzio, non trangugerò il dolore,
ma traccerò dei segni a mio piacere
e suonando a stormo il corpo nudo
e destando l'angolo della tenebra ostile
aggiogherò dieci buoi alla mia voce
e spingerò la mano nel buio come un aratro
e stretto in un mare di occhi fraterni
cadrò con la pesantezza di un intero raccolto,
con la concisione di un giuramento che prorompe lontano,
e nella profondità della notte di guardia
avvamperanno gli occhi della terra manovale,
balenerà lo stormo degli anni fiammeggianti,
come cieca tempesta Lenin fruscerà,
ma sulla terra scampata allo sfacelo
Stalin distruggerà ragione e vita.

Osip Mandel'štam, 1937.
In Nadežda Mandel'štam, Le mie memorie, Garzanti, Milano 1972 (traduzione di Serana Vitale).

Quando un poeta scrive, quali che siano le sue condizioni di vita e di pensiero, scrive non solo per i suoi contemporanei, ma anche per i lettori futuri, senza sapere bene, è chiaro, quali corde del cuore toccheranno i suoi versi. Bene, questa poesia fu scritta da Osip Mandel'štam un anno prima della sua morte in un gulug siberiano. Noi lettori italiani che abbiamo la fortuna di abitare un mondo e una nazione libera e democratica, nell'atto di ricordare gli orrori del totalitarismo comunista staliniano, dobbiamo altresì trasferire questi versi sulla nostra pelle e leggerli pensando a cosa accadrebbe se venisse approvata una legge che imponga un trattamento sanitario obbligatorio. Non so perché, ma ho la presunzione di ritenere che Piergiorgio Welby ed Eluana Englaro avrebbero gradito pronunciare questi versi. 

3 commenti:

Paolo Pascucci ha detto...

Il trattamento sanitario obbligatorio mi fa tanto gulag...è questo che volevi dire?

Luca Massaro ha detto...

si, caro Paolo, si.

Paolo Pascucci ha detto...

Preferisco trattare oltre che con competenza anche con rispetto e amorevolezza chi vuole essere curato piuttosto che salvarmi un'anima che non ho facendo bene il compitino del mio dio.