lunedì 2 maggio 2022

Mistero degli Esteri

« Superfluo, superfluo... Magnifica parola, e ben trovata. Più penetro in me stesso ed esploro con attenzione la mia vita passata, più mi convinco che questo termine risponde rigorosamente a verità. Superfluo, appunto. Termine che ad altre persone non si applicherebbe... Ci sono persone cattive, buone, intelligenti, sciocche, piacevoli e sgradevoli; ma non... superflue. Cioè, vorrei che mi si capisse: anche di costoro l’universo può fare a meno; ma l’inutilità non rappresenta la loro caratteristica principale, non è il loro tratto distintivo e, quando vi capita di parlare di costoro, ‘superfluo’ non è la prima parola che vi si arrampica sulla punta della lingua. Per quanto riguarda me, invece, altro non si può dire se non: superfluo; e fine del discorso. Una persona in sovrappiù: tutto qua. »

Ivan Sergeevič Turgenev, Diario di un uomo superfluo, (traduzione di A. Niero), Voland, Roma 2014

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Nostalgia della patria! Da tempo
smascherata molestia!
Per me assolutamente fa lo stesso
dove - assolutamente sola

trovarmi, per quali sassi a casa
trascinarmi con la borsa della spesa,
in una casa che nemmeno sa ch'è - mia,
come un ospedale o una caserma.

Per me fa lo stesso fra quali
persone rizzare il pelo come un leone
prigioniero, da quale ambiente
esser espulsa - immancabilmente -

dentro di me, nel privato dei sentimenti.
Orso della Kamciatka senza banchisa,
dove non acclimatarmi (né mi sforzo!);
dove umiliarmi - per me fa lo stesso.

Non mi farò illudere nemmeno dalla lingua
natia, dal suo latteo appello.
Per me è indifferente in quale lingua
non essere capita dal primo incontrato!

(Da un lettore, di tonnellate di giornali
divoratore, mungitore di dicerie...)
Del ventesimo secolo - è lui,
ma io arrivo a ogni secolo!

In catalessi, come una trave
superstite di un viale,
per me tutti sono eguali, e tutto - eguale,
e, può darsi, di tutto più indifferente

quel che era nativo - più di tutto.
Da me tutti i segni, tutti i marchi,
tutte le date - sono scomparsi:
anima nata - in un qualsiasi dove.

Così il mio paese non mi ha avuta cara,
che anche il più perspicace sbirro,
lungo tutta l'anima - tutta per traverso! -
non rintraccerà neo di nascita!

Ogni casa mi è straniera, ogni tempio vuoto,
e tutto fa lo stesso e tutto - è uguale.
Ma se lungo la strada un arbusto
appare, specialmente un sorbo...

1934
Marina I. Cvetaeva
bonste

Luca Massaro ha detto...

grazie Bonste,
splendida Marina
in particolare manderò a mente
questa quartina

Non mi farò illudere nemmeno dalla lingua
natia, dal suo latteo appello.
Per me è indifferente in quale lingua
non essere capita dal primo incontrato!