sabato 4 giugno 2022

Quando la casa brucia


Fuori dalla calma ogni momento

vacilla – il senso che si dava al tempo

è senza – il cammino se ne va sospeso

come se l’appartenenza non avesse peso.


E si fluisce lentamente tra i sassi

del giugno dai muschi assetati perché

la rugiada non basta a spegnere il fuoco

dei sogni della casa che brucia.


«Resta la lingua», dice il filosofo

che ci sprona a pronunciare il nome

delle cose per quello che sono:

sono tutti figli di puttana quelli là - quelli,


quelle facce a culo che comandano

questa casa che brucia.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

La cosa che mi da più fastidio è che le puttane sono tante ma i figli di più, secondo me ci sono molti parti gemellari, ma non è questo, è che molti anzi troppi circolano nei poteri alti, anzi altissimi, e pur sapendo tanti, quel che fanno, e capire a chi sono figli, continuano a votarli e continuano ad avere successo. C'è un gran male nel cervello degli umani, che bevono da sempre un bel cocktail di incompetenza-ottusità-indifferenza, e digeriscono anche bene. Mai che qualche volta gli vada storto. E se accade, è raro.

Marino Voglio ha detto...

...acciocché resti contezza del fatto che io sono rimasto appeso a quest'ultimo post, su wp. pensavo fossi morto, mi rallegro di che invece no.