IL MANUALE E IL COMPAGNO
TASCABILE DEL RIVOLUZIONARIO
DI
JOHN TANNER M.O.C.A.
(Membro della Oziosa Classe Abbiente)
Nessuno può contemplare l'attuale condizione delle masse popolari
senza desiderare qualcosa di simile a una rivoluzione in vista di un miglioramento.
Sir Robert Giffen Saggi sulla Finanza, vol. II, pag. 393
Avvertimento
Il rivoluzionario è colui che desidera scardinare l'ordine sociale esistente per provarne un altro.
La costituzione dell'Inghilterra è rivoluzionaria. Per un burocrate russo o anglo-indiano, una elezione generale è una rivoluzione così come lo è un referendum o un plebiscito in cui il popolo combatta anziché votare. La Rivoluzione francese rovesciò una serie di governanti e la sostituì con un'altra serie avente interessi e punti di vista diversi. Una elezione generale mette il popolo in grado di fare altrettanto in Inghilterra, qualora lo desideri, ogni sette anni. In Inghilterra, la rivoluzione è, quindi, un'istituzione nazionale, e l'inglese che la promuova non ha bisogno di giustificazione.
Chiunque è un rivoluzionario nei confronti della cosa che capisce. Per esempio, chiunque abbia padronanza di una certa professione è, nei confronti di essa, uno scettico e di conseguenza un rivoluzionario.
Qualsiasi persona veramente religiosa è eretica e quindi rivoluzionaria.
Tutti coloro che nella vita riescono a distinguersi veramente, cominciano come rivoluzionari. Le persone più in vista si fanno più rivoluzionarie a mano a mano che invecchiano, per quanto esse siano comunemente ritenute più conservatrici a causa della loro perduta fede nei convenzionali metodi di riforma.
Chiunque non abbia raggiunto l'età di trent'anni e, avendo qualche conoscenza dell'ordine sociale esistente, non sia un rivoluzionario, è un essere inferiore.
Eppure
Le rivoluzioni non hanno mai alleviato il fardello della tirannia: lo hanno soltanto passato su un'altra spalla.
John Tanner
George Bernard Shaw, Uomo e Superuomo [Man and Superman, 1905], traduzione di Paola Ojetti, Mondadori, Milano 1966.
Leggere una pagina così, centosei anni dopo che è stata scritta, che effetto fa a noi occidentali alfabetizzati, appartenenti - chi più, chi meno - alla cosiddetta classe media, ben educata, scolarizzata, inserita nella società in cui vive? Un effetto di merda.
Volevo provarmi a evidenziare qualche passaggio, commentarlo... Dovrei evidenziare tutto, anche l'epigrafe.
C'è qualcosa, però, su cui vorrei riflettere e invitare chi passa di qui a farlo con me: quel qualora lo desideri. Proprio così: chi contempla l'attuale condizione delle masse popolari in rapporto alle élites non può non provare il brivido della Rivoluzione in vista di un miglioramento. Chi non lo fa o appartiene alle élites, o ne è complice, o è un rincoglionito.
Io non dico di prendere le armi, contro il mare di guai e, combattendo, finirli. Ma prendere in mano, come Bertran de Born, il lume della ragione, per ricordarsi al momento giusto, attraverso delle libere elezioni cosa votare o cosa non votare. Ecco, io credo che questo sia il minimo per non essere etichettati come esseri inferiori.
Lo so, voi mi direte che, dappertutto, nel mondo occidentale, voti chi voti, destra o manca, lib o lab, gauche o droite, spd o cdu, poco cambia (vedi in Italia cosa accade con la vicenda dei finanziamenti legali alla Chiesa, come ben riassume Malvino qui). Ma ci sarà mai un modo per non farsi governare più da uno come Calderoli?
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