L'Avvenire ripubblica oggi un'intervista a Lucio Dalla risalente al 2008.
Consiglio di leggerla, per capire le ragioni per cui Dalla ha avuto funzioni funebri religiose con tutti gli onori da parte della Chiesa. Ma non solo. Non per voler esser maligni, figuriamoci: io ho saputo della omosessualità (o bisessualità) di Dalla solo dopo la sua morte per il can can che ne è seguito, ma questo non cambia di una virgola il mio rispetto (e le mie riserve) verso il cantautore e musicista bolognese. Ma, dicevo, non per esser maligni, è “simpatico” leggere, tra le righe delle sue risposte a domande marzulliane, le ragioni del suo non aver voluto fare outing circa i propri orientamenti sessuali. Soprattutto in questa. Leggiamo:
Con lui [Gesù] riesce a dialogare?«Certamente. Non è un merito, è una necessità! Sostanzialmente passo con Gesù due o tre ore al giorno: quando sono solo, ma anche quando compongo canzoni, quando sono felice. Lo ringrazio per tutte le cose che mi capitano e dedico a lui i pochi momenti di sofferenza e d’inquietudine che ho; li considero benedetti perché mi vengono da lui. Delle cose certe, la più certa per me è credere in Gesù».
Ecco, se invece che due o tre ore, Lucio Dalla ci avesse passato ventiquattr'ore al giorno con Gesù Cristo, forse non avrebbe avuto modo di cedere a “certi” piaceri della carne.
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