Sto facendo ponte. Costruisco un ponte tra me e una sponda non troppo lontana, potrei andarci anche a piedi, guadare il guado, ma sono pigro, preferisco un ponte. Un ponte tra me e quella cosa che qualcuno, poi, a bocce ferme, osa chiamare la felicità. Solo dopo pronunciarla, a ponte fatto. Un ponte che mi colleghi a uno stato in cui la vita ritrova significato pieno e mi dico ecco, questo è il momento in cui devo essere me stesso e non un altro, non devo permettere che un doppio viva al posto mio, rivendico il ruolo, la parte, anche se non è una recita questa, no. Allora via, il ponte è fatto, attraverso e posso guardare anche giù, sotto al ponte, tanto ho messo un parapetto e se mi tremano le gambe non importa: non potrò cadere in altro luogo che tra le tue braccia.
2 commenti:
Bello, delicato, dolce e malinconico. Ma continui a cercare qualcuna fuori da te che ti salvi.
Invece basterebbe che il ponte fosse basso, l'acqua calma e tu sapessi nuotare, e non ci sarebbe alcun rischio di finire male. Ti salveresti comunque :-)
Ho scritto questo post come riflesso del tuo degli "sms2, più diretto, concreto del mio.
Prendo le tue parole come un regalo, e le conserverò per la bisogna. Sei molto cara e tu sai perché.
:-)
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