A un ex blogger che vorrei tanto ritornasse a fare il blogger (anche se lui non vuole)
Sono in una fase strana di tempo in cui
sento me stesso mancare di metodo – come se poi ce lo avessi mai
avuto un metodo. Mi sembra di subire tutta una serie di accadimenti
che mi tengono impiegato in un soprassalto di esistenza, come se ora
fossi costretto a fare i bagagli di corsa, prendere il primo treno di
notte al volo e andare a Parigi a trovare Spora per chiederle se lei
fosse disposta ad aiutarmi a fare la rivoluzione, la miarivoluzione (lei è una brava
insegnante).
È
così esaltante sentirsi prossimi a qualcuno che si ama, perché in
tale prossimità si avverte un sovrappiù di vita e ci si sente come
alzati da terra, sospesi come un dirigibile, a mezz'aria, con la
paura massima che qualcosa turbi questo benessere, un cazzo di spillo
per esempio o un piccione dal becco aguzzo che mi scambia per un suo
compagno di volo. Vattene via piccione, vai a rompere altrove.
Dicono
che l'amore all'inizio sia qualcosa di facilmente deperibile, tipo il
latte, e come il latte richiede un trattamento termico per farlo
diventare a lunga conservazione: prima un innalzamento della
temperatura e poi un repentino abbassamento, così si tolgono tutte
le impurità, e resta l'amore tel quel,
che puoi tenere anche fuori dal frigo, tanto mica va a male, certo ha
perso alcune sue proprietà organolettiche, ma la sostanza non
cambia. Mi domando dove facciano questi trattamenti specifici, forse
in Finlandia, ma non credo, i nordici sanno affrontare la questione
in modo più misurato, visto l'alto tasso di suicidi, non certo per motivi
economici.
Non lo
so, ma scherzare col fuoco e col ghiaccio non l'ho trovato mai troppo
simpatico. Devo trovare una forza, credo che l'unico posto sia la
piazza. Ma fuori non vedo alcuna piazza, o meglio la vedo, è questa:
la rete. Io sono un acrobata, la rete è sotto, per questo mi butto,
so di cadere nel morbido, difficilmente la rete cede.
A
volte, per affogare l'inquietudine basta un bicchier d'acqua - e la
cosa più saggia è crederci. La famosa storia di affogare in un
bicchier d'acqua vale sempre la pena sperimentarla prima di affogare
nelle lacrime davvero. Prima, tornando a casa, mi sono fermato in una
piazzola panoramica, con accanto abeti bianchi abbastanza giovani per
essere accarezzati. Ho pensato che sarebbe una bella esperienza
spalmarsi il corpo di resina per vedere se il proprio cuore riesce a
incollarsi meglio in quello degli altri. Parlo di altri così tanto
per dire, per confondere, mi piace ogni tanto giocare a nascondino.
Riuscirò a fare tana libera tutti? Con questo profumo, questo cielo rosa cenere, questo castello, sì, credo proprio di sì.
7 commenti:
Sei un raffinato.
Come 'o zucchero
;-)
così per far finta di. ho riguardato l'unico mio blog che ancora è leggibile pubblicamente, e devo ammettere che in certi punti scrivevo davvero bene!
(ps eventualmente <a href="http://i23depo.wordpress.com/>un link</a> potevo metterlo)
Alex, penso davvero dovresti tornare, anche con piccole incursioni sporadiche.
avessi cose da dire.
ma al momento non sono "esperto" di niente. ho vaghi interessi per il buddhismo, la megafauna del paleozoico (ma questa più che vera conoscenza è proprio una fascinazione come quella che possono avere dei bambini: vedere dei bestioni giganti cattivissimi fortissimi che spaccano tutto), e qualcosa di "futuro e tecnica". cose diverse tra loro che non si possono mischiare, e che se tenute separate non permettono grande scialo di parole.
mah, ya veremos.
Alex, perché io sono esperto in qualcosa? ;-)
Di cose da dire le avrai nel dirle.
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