Upanisad antiche e medie, a cura
di Pio Filippani-Ronconi, Bollati Boringhieri, Torino 1960 (ristampa
1995).
Domani, se me lo ricordo, vado a
domandare a mia madre cosa mangiò prima dell'amplesso che condusse
alla mia generazione. Sempre che se lo ricordi. Potrei, al momento,
azzardare qualche congettura. Non certo riso al latte e condito nel
burro, ché il riso è sempre piaciuto poco a casa mia. Fegato
impanato e fritto? Trippa alla fiorentina? Uova strappazzate? Pasta
al pomodoro? Fagioli all'uccelletto con salsiccia? Tortelli di
patate? Rapi con rigatino? Ossibuchi? È probabile. Ed probabile che
mio padre mangiò le stesse cose di mia madre, con l'aggiunta di un
po' di vino locale.
E la domanda: essi furono in condizione
di generare il figlio desiderato? Ma prima ancora: essi seppero in
quel momento che stavano generando me? Desideravano me, proprio me,
nient'altro che me? Si aspettavano che diventassi ciò che sono,
oppure ebbero al momento dei progetti di vita diversi sul mio conto?
Mia madre avrà forse voluto fossi femmina?
Boh. Domande inutili. Sono qui, e
invece di guardare avanti guardo indietro come se questo mi
restituisse il tempo consumato di una vita che in fin dei conti non
ho mai cercato che fosse diversa da quello che è. Una vita comoda
d'occidente, senza tante voglie di avventura nel circo massimo del
mondo. Una vita che cerca di rispondere alla domanda Che ci faccio qui? semplicemente guardandosi
intorno, senza l'ansia dei bagagli e di un letto sempre nuovo.
2 commenti:
Che strana premessa. Mai penserei a cose del genere, mai mi farei queste domande. Il mio "Che ci faccio qui?" non comincia dalla volontà altrui - pur se io sono conseguenza di azioni altrui , bensì dalla mia volontà rispetto a me stessa, ché alla fine la vita è mia, non loro, e me la gioco un po' come mi pare. E tendo a rispondere come Chatwin, in realtà, ma ti assicuro che i 'bagagli' non rappresentano ragione d'ansia (specie se hai solo uno zainetto di pochi chili sulle spalle), così come dormi un po' deve capita, e non sempre in un letto. L'ansia di risposta, poi, è consustanziale al tuo essere, non al viaggio. Già sai che non troverai ciò che cerchi, comunque, neanche con quello :-)
Sì, vero: credo tu sia nel giusto.
Ma m'incuriosiva provare a spingere più in là il brano delle Upanisad, per vedere come avrebbe agito su di me. ;-)
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