Anna Emilia |
Scrive Walter Siti nel suo mirabile Resistere non serve a niente, Rizzoli, Milano 2012.
«Se il corpo diventa moneta, che cosa compra esattamente il cliente quando cerca la compagnia di una escort?».
Riformuliamo la frase torcendola - arbitrariamente - ai nostri interessi.
«Se la mente (parte del corpo) diventa pagina, che cosa legge esattamente il lettore quando cerca la compagnia di un/una blogger?».
Rispondiamo (ormai che ci sono, continuo a darmi del “noi” come il divino Otelma).
Il pensiero gratuito. Già. Questo è un punto essenziale, di discrimine, tra chi è blogger e chi no. Ma non nel senso banale che i blog si leggono a gratis. No. Anche molti editoriali di molti quotidiani online e, altresì, molti libri (racconti, romanzi, saggi, poesie), si leggono a gratis.
La chiave interpretativa sta nel cambio arbitrario, da noi operato, della parola moneta con la parola pagina.
Il blogger, meglio: la mente del blogger, è al di fuori del sistema merce-denaro-merce (o denaro-merce-denaro).
Il blogger è un anticapitalista per definizione.
Certo, alcuni sono diventati famosi, si sono trasformati - hanno trasformato la loro mente in merce. Scrivono per alcuni quotidiani on line, per riviste; alcuni sono andati anche in televisione o alla radio; alcuni addirittura hanno pubblicato libri con editori importanti. Varie cose, varie opportunità, tutte legittime, che smettono però di essere attività bloggeristica.
Attenzione: non facciamo un discorso sulla purezza dei blogger in rapporto a chi, invece, fa una pratica intellettuale remunerata, che entra cioè nella circolazione delle merci.
Le nostre sono considerazioni personali sul perché ancora noi blogger scriviamo, pubblichiamo cose senza sentirne il peso, senza avvertire - dietro le spalle - la presenza di un padrone quale che sia - anche il proprio Sé che s'impone all'io per piegarlo all'immagine che di sé vuole dare al mondo.
Perché noi non vogliamo offrire al mondo una particolare immagine di noi? No, dell'immagine non ce ne importa molto: noi vogliamo mangiare il mondo - e i post sono la nostra bocca, i nostri denti, la nostra lingua, il nostro stomaco, il nostro intestino.
N.B.
Siete legittimati a dire che, a volte, facciamo cagare, però - suvvia - non scrivetelo nei commenti. Pensatelo soltanto e mordetevi la lingua.
4 commenti:
Dovrai ammettere però che, a mangiarsi il mondo, pure c'è un bel po' di tornaconto ;-)
Sì, lo ammetto. Purtroppo però soltanto per pochi, pochissimi parassiti dell'umanità (pdu)
Chi legge un blog cerca uno specchio, in genere. Non importa se l'immagine che riflette non è fedelissima.
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