Nonostante
accumuli sempre più pagine da leggere, non vedendo mai la fine di
tutto quello che mi sento in dovere di leggere e non ho ancora letto
e che – temo, purtroppo – non arriverò mai a leggere per intero,
mi accorgo che l'impedimento principale a ciò non è la mancanza di
tempo, ma la disposizione d'animo: per leggere (bene) occorre
essere tranquilli; è per scrivere (male) che bisogna essere
agitati, inquieti, smaniosi di cacciare fuori agitazione,
inquietudine, smania.
Questo
almeno per me che, di certo, tra gli scriventi, non appartengo alla
schiera degli autori imperdonabili:
scrittori che, dall'alto di una torre d'avorio, padroneggiano e
gestiscono le vite dei loro personaggi dentro la trama delle loro
narrazioni oppure argomentano le loro tesi necessarie nella logica
dei loro discorsi, similmente agli dèi ulteriori.
Io
scrivo e mi calmo, tipo quando da ragazzi (ma anche da adulti) ci si
masturba e ci si acquieta, almeno un per un po'. Certo che avere
l'impudenza di paragonare un post a un orgasmo è veramente
imperdonabile.
Ma
è l'estate, il caldo, il sole sulla pelle, e mi fermo qui con le
assonanze.
Poi
verrà la politica e la rabbia – altro tipo di titillamenti.
P.S.
Volevo dedicare questo post a un post di Daniela Ranieri, questo.
P.S.
Volevo dedicare questo post a un post di Daniela Ranieri, questo.
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