Robert MAPPLETHORPE, Lisa Lyon, 1982 |
In questo particolare momento di esistenza raggrumata in cui tutto intorno è quiete e silenzio, respiro calmo e sogno, ascolto i miei pensieri susseguirsi come rumori di un'orchestra che s'accorda prima di un concerto. E sale la tensione, l'aspettativa del pubblico per la mia prova più grande: nascere, no, volevo dire morire.
È questa attesa della morte che ci rende vivi, morte che in fondo è come nascere, succede una volta sola nella vita di nascere o di morire. Non ci sono seconde opportunità e a me questa cosa mi fa venire il torcicollo. Parlo di questo in una giornata di un cielo così azzurro che in Inghilterra s'impiccherebbero per averlo, un sole così giustamente caldo che se ci pensi ti fa venire un'erezione tanto è eccitante sentire il suo calore sulla pelle. Parlo di questo, in questo fine pomeriggio, in cui cerco di catturare a più non posso vissutezze, anche se poi queste si trasformano in misere rappresentazioni, in piccoli ricordi che muovono il simpatico dando luogo al riso o al pianto, dipende dalla loro potenza.
E se mi prendesse un colpo? Se ci restassi secco qui e ora, se domani mi trovassi disteso bello lungo in ospedale, intubato perché una vena ha deciso di rompersi e non farmi affluire il sangue al cervello? Il sangue al cazzo, quello affluisce sempre, e se smettesse forse non sarebbe male, sarebbe un'altra vita, forse meno religiosa e più spirituale, vocalizzerei come un cerbiatto, chissà.
Ma cosa dico, cosa, perché lo dico, perché?
Vi vedo tutti adesso qui davanti a questo capezzale, perché probabilmente il blog è un capezzale, un luogo in cui ogni giorno si fa una specie di unzione dissacrante, per resistere e vivere moltiplicati nella dimensione cerebrale. Qui m'immergo, come un palombaro, per reperirmi, e tornare fuori di me a respirare.
8 commenti:
e forse allora mi urge un blog, perché cerco di respirare e sento in gola tutta la mia pesantezza.
Un anonimo lettore estivo
Se tante volte l'urgenza dettasse davvero l'apertura di un (nuovo) blog, pregasi segnalare nome e link.
m'immergo sempre meno, ma ciò non mi impedisce di giungere sovente al tuo cospetto.
AlterEgo grazie, ma cospetto è troppo, mi inabissa :-D
Bello.
Non ho capito bene di cosa parla, ma mi gusta. :)
Silvia, a volte anch'io ho la stessa tua impressione
E anche qui sei riuscito a scrivere un'immagine.
Esattamente quella che hai scelto.
Grazie Irene :-)
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