Il mio rasoio è un
rasoio particolare: è macrobiotico. Non dico cazzate, lo comprai in
una di quelle botteghe che non so se ancora si trovano sparse per il
centro Italia, chiamate Un Punto Macrobiotico. Un tempo, tre lustri
or sono, le frequentavo con assiduità. Confesso che, in quel
periodo, quando facevo (quasi) macrobiotica, sono stato per la prima
volta in vita mia (quasi) integralista, fors'anche (quasi)
fondamentalista. Per una fede, la macrobiotica, come tutte le fedi,
sbagliata – anche se questa non era una fede verso alcunché di
ultraterreno, no, la macrobiotica è una disciplina (o fede) tutta
immanente.
Non sto a spiegare
cosa sia, basta cliccare la voce su wikipedia e uno si fa un'idea.
Bene, io facevo (quasi) macrobiotica, e dato che essa non è solo una
dieta ma uno stile di vita, uno comincia a farsi i problemi a tutto
tondo, non solo per il cibo – cosa primaria, ok – ma anche per
l'ambiente, per come ci si veste, con cosa ci si lava, non ultimo con
cosa ci si rade.
Io mi radevo con il
bic monolama o, tutt'al più, il wilkinson bilama (gillette m'è
sempre stato antipatico). Non so com'è, un giorno, nel periodo in
cui stavo lavorarando come aiuto cuoco e lavapiatti nel ristorante
macrobiotico di una vicina città, conversando con il
resto del personale maschile, cuoco e gestore compreso, ci mettemmo a
parlare con cosa ci facevamo la barba. Io dissi la mia e tutti mi
guardarono stupefatti, come se avessi mangiato un pomodoro, bevuto un
caffè, o ingoiato una fetta di mortadella.
- Ti radi con la
plastica usa e getta?
- Usi il sapone da
barba della proraso?
- Vai alla nostra
bottega, troverai tutto a basso impatto ambientale, perfino le
lamette tedesche non di marca ma di ottima qualità, e sapone a modo
ottenuto da oli vegetali biologici, e il pennello col pelo di
criniera di giumente giapponesi.
Così, per non
contravvenire ai rigori della dottrina, mi recai nel negozio e
comprai tale rasoio. Tutto fiero, andai a casa da mio padre, per
fargli vedere se gli piaceva, ché, nel caso, avrei potuto
regalarglielo. E lui:
- Quanto sei
bischero: hai buttato via ventimila lire per niente. Guarda un po'?
E tirò fuori da un
cassetto del mobile del bagno il suo di rasoio d'antan, identico al
mio, che lui non usava più da anni perché lo trovava poco pratico e
poco adatto alla sua barba ispida.
Così è. Io
invece, dopo un po' di barbe, mi ci sono trovato bene e lo uso
ancora, nonostante non faccia più (quasi) macrobiotica. In fondo, se uno ci pensa bene, il rasoio monolama contiene in sé, efficacemente, la dimostrazione della stessa metafora coniata da Guglielmo di Occam. Perché cambiare, quindi?
4 commenti:
Ce l'ho. Talvolta lo uso ancora. E ho le stesse lamette. E ho il rasoio del nonno, più o meno uguale, in una scatola di metallo con l'interno di velluto blu. E infine ho quanto basta di Gillette old blades per questa vita e un'altra.
hehe... io ne ho uno stile mano libera* che si carica con MEZZA lametta. sono più macrobiotico...?
*diciamo che per usarlo è meglio essere molto sereni. io ad ogni buon conto porto la barba da un paio d'anni. :)
Lo sapevo che ne sarebbe uscita una cosetta deliziosa, e anche che non avresti lasciato fuori il buon Guglielmo!
@ CalMaFdd
Se per caso non riesco a trovar lamette ad uopo te ne chiederò alcune allora.
@r.e.s.
ho capito, quello tipo coltello serramanico, che sogliono usare i barbieri.
@ Mel
Grazie, mi piace ti sia piaciuto'sto raccontino di poco conto.
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