Ultimamente
sono poco avvezzo alle narrazioni perché non voglio fare tante
storie, il mondo è pieno di vita, contiamoci, da paura. Allora conto
sino a uno, vado davanti allo specchio, mi spunto i baffi con le
forbicine, vedo cadere i peli tagliati sul lavandino. E conto finché
non arrivo a dodici, quindi apro l'acqua del rubinetto e li vedo
scorrere via, i peli, presi dentro il mulinello. Fasi queste della
vita in cui di solito allo scrittore (alla scrittrice serve un altro
tipo di taglio, fossero pure i baffi, ma non con le forbici suvvia)
vengono in mente i personaggi protagonisti di una storia. Solo i
personaggi, però, della storia nessuna traccia. Questa storia che
non si vuol far tracciare neanche fosse da meno di un bovino allevato
in Francia e macellato in Italia. Quanti bovi
francesi vengono uccisi in Italia ogni giorno? Un'ecatombe. Triste
storia che sarebbe ipocrita raccontare da chi va tranquillamente al
banco macelleria a comprare cimalino, lucertolo, rosetta e via discorrendo. Domani faccio il brodo, va. Come
fosse un riassunto.
A
ogni storia che sta per emergere è bene praticare un'interruzione
volontaria. Avete niente da obiettare medici e parafarmacisti
cattolici? Ora che la Coop fa una linea di preservativi a marchio,
potrò finalmente masturbarmi senza usare
il guanto di cellophane adibito
a prendere zucchine, carote,
cetrioli. Oh, quanto sono allusivo, oh quanto erotismo c'è nel fare
la spesa e nel vedere signore quotidiane con un certo portamento
soppesare le suddette verdure indossando
il guanto. Per igiene.
E
vabbè, potevo fare anche a meno di questo post se avessi potuto
farne a meno. Per mio disdoro non mi autocensuro. Colpa dell'io narrante?
2 commenti:
Ti confondi, quelli là a marchio coop sono cappellini.
Vabbè non ho resistito.
Non si può resistere, Giovanni, non si può.
Posta un commento