Non so se voi dietro di voi avete visto qualcosa, io vedo il tempo, ma non me sono accorto quanto esso sia dietro alle spalle dei forse, dei fosse stato, dei semplici non sequitur, perché niente consegue, tutto segue, io dico seguitando, accorrendo - e perché non mi racconti una storia?
Quale storia?
Quella di una ragazza che i genitori allevarono tra libri e cavolo nero, finché lei, sui sedici, divenne un'alfabeta funzionale, nel senso che troppa cultura la fece propendere e per questo si dette alla lap dance. Al padre scrittore gli prese il blocco dello scrittore e non scrisse più prosa né poesia per un semestre e mezzo, il tempo necessario per concepire e sgravare un madrigale all'ingratitudine; mentre alla madre dette lo sprone per sciogliere le trecce ai cavalli e correre via, lontano da quei campi di cavolo e da quei recinti coniugali che imprigionavano i suoi migliori anni di donna dentro la gabbia del matrimonio.
Via. E andarono, la ragazza e la madre, ad abitare in una città di mare, a qualche chilometro da Busto Arsizio. Furono giorni difficili e facili: difficili, perché il marito e padre non gli passava gli alimenti. Facili, perché la madre trovò lavoro in un negozio di alimentari. Difficili, perché dovevano pagare l'affitto e le spese di condominio. Facili, perché l'affitto lo pagavano con le mance che la ragazza si trovava incastrata nel filo delle mutande dopo le sue performance notturne di ballerina e tra di esse c'erano anche quelle dell'amministratore condominiale, un geometra dall'alito pesante che faceva spesso colazione con un'aringa sottolio, due olive denocciolate e mezzo fernet allungato con acqua minerale gassata.
Tutto scorreva, con l'aria marina che schiariva i pensieri più cupi. Il marito scrittore vinse il premio Faviello e la sera della premiazione, in mezzo a tanta mondanità, si sentì solo come una fava. Si sgusciò, si lessò e scrisse una mail alla moglie per dir loro grazie, averlo lasciato gli aveva fatto scrivere il romanzo che aveva vinto il premio e per questo voleva donar loro metà della somma che aveva ricevuto.
- Ecco l'iban: IT00010785417 UDPAFU -, rispose la moglie, a stretto giro di posta.
1 commento:
E vissero felici e contenti. Come è bello leggere le storie che come una volta finivano bene. La realtà è dura perché indurirla anche quando si lavora di fantasia? Approvo la storia anche se un tantino ingarbugliata ma va bene.
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