Ho provato a gestire il mio tempo
guardando e misurando costellazioni
finché il fiato dell'occhio ha catturato
un allineamento con altri sette pianeti.
E ho disposto le valigie per la partenza
perché so che dovrò viaggiare e camminare
per trovare e ritrovare me stesso
il mio primo passo sul valico innevato.
Su in cima a questa catena appenninica
che permette nei giorni sereni
di tuffare il guardo nel mare
ho discusso con rondoni e tafani
se fosse più rapido volare intorno
al cemento del proprio centro
o più facile separarsi dal proprio Sé
per costruire un Io d'Eros e Agape.
I riflettori della postazione militare
si son giusto spenti in tempo per farmi gustare
il sapore dell'alba mischiato
a tre mirtilli, due lamponi, una rosa canina.
E con rinnovato piacere
le mie labbra si sono bagnate
di gocce di rugiada rubate
a fresche frasche di fiori d'acacia.
Il respiro ho saputo far penetrare
dentro questa vuota carcassa
l'odore di fuochi poco lontani
che bruciano altri resti d'uomo.
Mi son ricordato allora del privilegio
d'essere vivo qui e ora e che il tempo
e lo spazio a me regalati dalla grazia celeste
devono seguire la propria vocazione.
2 commenti:
Anche questa l'hai ritrovata, per fortuna.
La fortuna è sapere che ti è piaciuta :_)
Posta un commento