lunedì 7 gennaio 2008

Fili

Ho visto dei fili
intrecciarsi
tra il viso e le mani
tracciare nel cielo dei veli
tra il rosa e l'azzurro
sfiorare gli umani intendimenti
i sentimenti compressi –
veli di nuvole tra volti
dove leggi l'intreccio dei sessi
dove senti il vuoto riempirsi
due metà riunirsi.
Fili su ali librarsi
in questi giorni dal sole riarsi
dici e ridici ai fili sulle pendici
delle velate montagne:
– scrivete queste vite
scorrete nelle vene d'ognuno
un calligramma
che colleghi il bambino alla mamma
e dalla mamma alla sera
e alle lacrime perché la mamma non c'era,
fili a sciogliere il groppo in gola
fili per non essere troppo sola.
Fili, mi dite che mani sono queste
attaccate alle mie
che mi scrivono venti poesie
una per dito, una per unghia,
fili che allungano vite
che accorciano distanze
fili tra me, te, la luna e un ponte.
Fili: le mani sono pronte
a liberare a sussurrare a tenere in volo
l’aquilone bifronte coi nostri profili
da Federico e Battista[1] lanciati
su un formidabile orizzonte.
Vorrei essere un ragno
che compone una tela
tra il braccio e l’ascella,
una tela dorata
a forma di stella.

Fili su ali al vento

ma non al caso

fili che ti sfiorano il naso

che annusano il mento
che tessono volti
che intrecciano i corpi,
le menti, i fili che senti
cucire nel cuore
un ricamo:
fili d’amore
che scrivono t’amo.
Fili di pioggia
che scendono piano
che confondono lacrime e gioia
fili di noia madreperlacei
che lasciano una traccia
fili che incollano
la mia alla tua faccia.



[1] Mi riferisco ai celebri ritratti di Piero della Francesca di Federico da Montefeltro e Battista Sforza, soprattutto al paesaggio che fa loro da sfondo

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