Premesso che io sono favorevole alla liberalizzazione delle droghe (pesanti e leggere), trovo tuttavia fortemente sbagliata le sentenza della Cassazione che autorizza l'uso di marijuana per scopi religiosi. Certo, questa non è una novità: è già capitato, negli Usa, che certe sette religiose siano state autorizzate a far uso di allucinogeni per entrare meglio in contatto col loro dio (vedi Richard Dawkins, L'illusione di Dio, Mondadori, Milano 2007, ora non ritrovo la pagina esatta, lo farò in seguito). Il punto è che con queste sentenze si offre a qualsivoglia religione uno status che permette, ai suoi adepti, di far quello che credono: tagliare prepuzi a infanti inconsapevoli, praticare l'escissione della (o del?) clitoride a ragazzine recalcitranti; un giorno, magari, potranno autorizzare anche qualche piccola autoesplosione privata - così, per il gusto di guadagnarsi un immaginario paradiso.
Ma in fondo... inutile protestare. Occorre una mossa spiazzante. Creare una nuova religione: anche se non subito, tra qualche decennio avrà la stessa dignità delle altre. L'importante, però, è che i pochi saggi in grado di fondarla riescano a metterci dentro molte cose che valga la pena di fare, di credere, di provare. E perché no, fumare marijuana potrebbe essere una di queste.
1 commento:
aveccela la chitarra!!!!
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