domenica 4 gennaio 2009

Disprezzo per l'uomo?



Il pericolo di lasciarci trascinare a disprezzare l'uomo è molto grave. Sappiamo benissimo di non averne alcun diritto e che in tal modo finiremmo per porci in un rapporto quanto mai sterile con l'uomo. Possono difenderci da questa tentazione le seguenti riflessioni: disprezzando l'uomo incorriamo proprio nell'errore maggiore dei nostri avversari. Chi disprezza un uomo non potrà mai cavarne fuori qualcosa. Nulla di ciò che disprezziamo nell'altro ci è completamente estraneo. Quante volte noi aspettiamo dall'altro più di quello che noi stessi siamo disposti a fare! Perché abbiamo continuato a considerare con così scarsa obiettività l'uomo, la sua facilità a cedere alle tentazioni, le sue debolezze? Dobbiamo imparare a considerare gli uomini non tanto per quello che fanno o non fanno quanto per quello che soffrono. L'unico rapporto fecondo con l'uomo - e in particolare con il debole - è l'amore, cioè la volontà di mantenere con lui una comunione. Dio stesso non ha disprezzato l'uomo, ma si è fatto uomo per gli uomini.

Dietrich Bonhoeffer, Resistenza e resa, Bompiani, Milano 1969, pag. 64-65

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