Pansa, tetîs e cul
la dona del Friûl
Euridice dai sopraccigli maldepilati,
dai ruvidi ginocchi, dagli occhi
ironici e neri - specchio
ai miei inerti desideri!
Ah come tutto l'adulta voglia involgarisce.
Ridicola mitologia,
quando ognuno capisce
che tu fosti la mia
giovanile ossessione,
sprecata da coglione!
Ah come tutto l'adulta scienza finisce.
Euridice dal nero grembiule
mia principessa di Tule!
In quante dovrò rivederti,
in quante dovrò rivolerti,
perduta per non averti
spogliata!
Mia pèsca in sogno addentata!
Ah come il niente l'adulta memoria marcisce.
E nelle mani nessun calore
di te nessun odore,
sulle labbra un ricordo di labbra a malapena
sapore d'un sapore
del tuo amore finito a coda di sirena - ah
come tutto ferisce!
- con poche tette e niente pansa e cul
e senza l'altra cosa che non dice
la canzone de la dona del Friûl,
o mia vecchia Euridice!
Giovanni Giudici, Autobiologia, Mondadori, Milano 1969
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