Come molti [prima pareva la maggioranza degli italiani, poi la metà, poi una cospicua minoranza... adesso non so, boh, anche in due o tre va bene lo stesso] in questi giorni neri della Repubblica sono stato male. Quanto è accaduto mi si è infilato nelle viscere e nella mente ed è divenuto pensiero dominante. Sentimento di rabbia, di ribellione, sentimento di prendere le armi contro il mare di guai e, combattendo, finirli... E tuttavia, nonostante questa impotenza di fatto, nonostante questo grido di rabbia e dolore di fronte a tanta truculenza, tanta protervia, tanta sciacallaggine del governo, del Vaticano e di tanti fanatici, ecco che mi pare di aver vissuto una delle pagine di vera storia della nostra Repubblica. Una pagina storica, nel senso che segna una svolta tra prima e dopo. Ci sarà tempo per dire e riflettere, studiare, meditare. Intanto ringrazio Beppino Englaro, sua moglie ed Eluana per tutte queste ragioni qui ben espresse da Giuseppe Regalzi; ringrazio tutti gli amici linkati, e altri giornalisti e scrittori, parenti e amici e colleghi, per aver partecipato e condiviso questo momento. Nonostante sia, nella sua presunta maggioranza e nella sua guida esecutiva un pessimo paese clericale e nichilista, l'Italia ancora riserva qualche piccola riserva di speranza. Voglio credere, voglio sperare che piano piano questa povera patria diventi un paese normale. E vivo questa illusione perché non voglio vivere col dente avvelenato contro tutta questa gente che non sa fare altro che vomitarsi addosso. Voglio cercare di camminare nel vento sereno, con la stessa baldanzosità e ingenuità del poeta walseriano, la faccia sorridente, sempre pronto a dire grazie a chi riesce a ignudare il re.
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