«L'atto con cui il paziente in fieri (tutti lo siamo) dà disposizioni sulla propria fine è un atto non burocratico, ma etico. Esso concerne non solo o non tanto l'organismo, oggetto della biologia, ma anche o soprattutto la persona, la quale è un soggetto la cui natura è intrecciata alla storia, alla sua storia di vita. Coinvolta in tale atto è sì la biologia, ma anche o soprattutto una biografia. Per questo l'atto medesimo dovrebbe essere detto, a mio avviso, testamento biografico, con accezione più ampia, affrancata da riduzionismo biologico».
brano tratto da un articolo di Giorgio Cosmacini, Chiamatelo «testamento biografico», Il Sole 24 ore, domenica 1 marzo, pag. 27
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