«L'ordine sacro, qualunque ordine sacro, elude lo scandalo del male, e mediante tale elusione acquista il suo titolo di credito mondano. Il suo compito consiste nel convincere che la realtà del mondo è, per l'appunto, un ordine sacro, dove tutto cioè accade secondo i divini decreti, che dispongono ogni cosa per il meglio. Se il terremoto di Lisbona ha potuto scuotere in Voltaire la fiducia nel migliore dei mondi possibili, se per Dostoevskij niente e nessuno, nemmeno Dio, può giustificare le lacrime di un bambino che soffre, per l'uomo dell'ordine sacro, questo progenitore del borghese con le sue sicurezze, tutto invece è perfettamente logico e perfettamente giustificato per definizione.
Ma il cavaliere della fede dice a Giobbe: "difendi la tua disperazione dalle mani dei tuoi amici. Guai a chi sfrutterà i beni delle vedove e degli orfani, ma guai anche a colui che abilmente inganna chi soffre e gli nega perfino il tenue conforto di dare sfogo al suo dolore e di “contendere” con Dio" (Kierkegaard, La ripresa)».
Ma il cavaliere della fede dice a Giobbe: "difendi la tua disperazione dalle mani dei tuoi amici. Guai a chi sfrutterà i beni delle vedove e degli orfani, ma guai anche a colui che abilmente inganna chi soffre e gli nega perfino il tenue conforto di dare sfogo al suo dolore e di “contendere” con Dio" (Kierkegaard, La ripresa)».
Sergio Quinzio, La croce e il nulla, Adelphi, Milano 1984 (pagg. 92-93)
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