L'è tutto un concorso. C'è chi concorre e chi non concorrerà.
«È orribile constatare quanta falsità circonda i premi letterari, e venire a conoscenza delle storie che ne parlano [...] Da quindici anni non accetto più né premi, né altre cose del genere. L'unico problema è che, nella maggior parte dei casi, chi conferisce i premi è molto astuto e prima di decidere interpella lo scrittore; quindi si crea nuovamente una situazione spiacevole, perché se la persona interpellata rifiuta, loro cercano qualcun altro. Le onorificenze sono comunque una scemenza; hanno un senso soltanto se non si ha una lira o se si è giovani, oppure se si è vecchi, ma non si ha un soldo. Se uno ha di che vivere, come nel mio caso, allora non ha bisogno di accettare alcun premio. L'onorificenza non serve a nulla, è soltanto una stupidaggine. La gente che distribuisce i premi è spaventosa.»
Per questa ragione, credo che Daniele Del Giudice abbia fatto male a ritirarsi prima di (eventualmente) vincere il premio: avrebbe potuto rifiutarsi di ritirarlo se lo avesse vinto davvero e compiere, in quel caso, un gesto da gran signore.
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