lunedì 24 agosto 2009

Mangiare la verità

ad Alex, L'amorale

«A prima vista, pareva che mio fratello Joshua avesse ragione. La natura non dimostrava alcuna religione. Non parlava né predicava. In apparenza, non la preoccupava il fatto che gli scannatori del Mercato di Yanash uccidessero ogni giorno centinaia o migliaia di pennuti. Né l'agitava il fatto che i russi facessero dei pogrom contro gli ebrei, o che turchi e bulgari si massacrassero a vicenda, portando attorno bambinetti infilzati sulle baionette. Insomma, come aveva fatto la natura a diventare ciò che era? Dove aveva trovato il potere di governare le stelle più lontane e i vermi della fogna? Cos'erano quelle leggi eterne secondo le quali operava? Cos'era la luce? Cos'era l'elettricità? Cosa succedeva nel profondo della terra? Perché mai il sole era tanto caldo e luminoso? E cos'era ciò che nella mia testa doveva stare continuamente a pensare? A volte mia madre portava a casa dal mercato un po' di cervella: costava meno della carne. La cucinava e io la mangiavo. Si poteva cucinare e mangiare anche il mio cervello? Sì, certo, ma finché non lo cucinavano, continuava a pensare e a voler sapere la verità»

Isaac Bashevis Singer, Ricerca e perdizione, Longanesi, Milano 1982 (pag. 12-13)

1 commento:

Anonimo ha detto...

e sono solo all'inizio! ;)