Se tu vivessi oggi qui tra queste piaghe
che parte reciteresti Dio di carne
oggi che tutto intorno si vuole vittima
per vincere: sopporteresti una nuova croce
o saresti un più chiaro carnefice
che non confonde le carte e dice
sì sì, no no, vi sputo in faccia e amen?
Che dici, siamo vicini a quell'ora
annunciata in cui tutto si confonde
in cui tutti si dicono messia
e portatori di verità? È tempo
di riconoscersi, è tempo di schiaffi
precisi, di persecuzione, di travi
negli occhi, di ipocrisie, di falsità
per vedere se il fiore del deserto
ci concederà la sua visione.
Una cosa è certa: ci hai confusi
hai reso tutto più difficile
alle nostre menti così poco evolute
da non sopportare la rivoluzione.
E senza la rivoluzione della mente
senza diventare pazzi o poeti
senza ricongiungere il nome alla cosa
o la cosa al nome non ci sarà
nessuna resurrezione nessuna salvezza.
E un velo di tristezza so che adesso cade
agli occhi tuoi osservatori del destino
di questi sette miliardi di coglioni
incapaci di diventare dèi.
Manda un segno o manda un'astronave:
prova a rifare una nuova umanità.
È troppo storto questo legno per sperare
di raddrizzarlo prima che si spezzi.
È un legno curvo l'uomo e più non cresce
più non alza lo sguardo al cielo interrogando
le costellazioni o te direttamente
come se tu fossi davvero presente e interventista.
Ma non t'è venuto a noia questo film
questa grande telenovela umana
di cui tu non sei lo sceneggiatore?
Scendiamo nel vuoto universo:
portaci lontano dove tutto ebbe inizio
se questa parola ha un senso ed è l'indizio
che tu sia la causa di tutto, o abbiamo perso
noi e te insieme che ci hai fatto credere
alla tua esistenza.
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