«Naturalmente, non si dice nulla di nuovo affermando che la vita dell'individuo è intrecciata al corso degli eventi storici. Per usare la parole di Erich Frank: “La situazione in cui l'individuo viene a trovarsi è il risultato di quello che lui stesso, e altri prima di lui, sono stati, hanno fatto e pensato, di decisioni storiche che non possono più essere revocate. Solo tenendo conto di questo passato l'uomo può pensare, agire, essere. In questo consiste la storicità della sua esistenza”¹. L'uomo non può dunque scegliere il punto da cui parte. Ma gli è concesso di stabilire una certa meta alla quale desidera arrivare, e di scegliere la via che desidera percorrere? In ogni tempo gli uomini sono stati consapevoli del fatto che questo è possibile solo entro certi limiti; da sempre sanno di dipendere dalle circostanze, di dover lottare, se vogliono tener fede a un programma d'esistenza, contro forze nemiche più potenti di loro. Sanno che il corso della storia è determinato non solo dalle azioni dell'uomo ma anche dal fato o dal destino».
¹E. Frank, Philosophical Understanding and Religious Truth, New York, 1945.
Rudolf Bultmann, Storia ed escatologia, Bompiani, Milano 1962 (pag. 12)
Ogni individuo ragionevole può riconoscersi in tali parole, pacifiche ma essenziali. Per celia, tuttavia, vorrei provare a capire se in esse si possa riconoscere altresì un'entità più ampia, quale la nostra Repubblica Italiana. Vale a dire: l'Italia ha uno scopo, un fine, verso cui tende?
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