domenica 27 dicembre 2009

La morte dello Shah


«Ogni puledra del regno

Che lo Shah d'Iran desiderasse
Se la faceva portare con l'elicottero dall'esercito,
Dritto a palazzo.
Stavolta era la figlia di uno dei suoi ministri, che gambe,
una dea.
Lo aspettava in una camera.
Era di pomeriggio.
Ricordo montagne di caviale prima di cena
In una tenda sontuosa al lume di torce,
La splendida casa di una donna anziana, una principessa,
Tre servi per ospite,
E un uomo che si finse così ubriaco che non stava dritto.
E si mise ad accusare lo Shah.
E tutti sapevano che era una spia dello Shah.
Dei dottori newyorkesi (fra cui il mio)
Furono spediti in Messico per un consulto.
Non gli fu permesso di visitare lo Shah.
Solo chiedergli come stava.
Il futuro della psicanalisi
È una psicologia di superficie.
Stai sull'esterno, restaci.
Il mio povero analista
Un ictus lo ridusse a bambino bisognoso.
Quanto alla vita interiore: ci pensi la domestica».

Frederick Seidel, Complete Poems 1959-2009, Farrar Straus & Giroux, New York 2009, pagg. 408, $ 40,00

(estratto della poesia tradotto da F. Pacifico e pubblicato sulla Domenica del Sole 24 Ore del 6 dicembre 2009)

Nessun commento: