venerdì 29 gennaio 2010

Sermoni per l'Italia contemporanea

È il momento di riportare un brano tratto dai Sermoni di Mr Warburton, personaggio di rilievo di Cabot Wright Begins di James Purdy (New York, 1964). Ho letto il libro un mese fa, all'inizio con fatica. Poi, via via, la storia e la bravura di Purdy mi hanno conquistato. Warburton è, nel romanzo, uno dei più prestigiosi agenti di cambio di Wall Street e mentore del protagonista Cabot Wright. Nel capitolo 14 troviamo quest'ultimo leggere a Mrs Bickle tali Sermoni. È stato il momento, per me, in cui il libro ha fatto un balzo in avanti straordinario, scalando i vertici della narrativa del secondo Novecento. Lo riporto con una preghiera: sostituite la parola America con Italia (e di conseguenza baseball con calcio, eccetera). Ecco qua.

«L'America, cominciata come una società di uomini che avevano progetti, fiducia, e buon sangue nelle vene, è finita in un caos di scrofolosa oscenità e di abbaianti bastardi nel quale tutto quello che non vale la pena di vendere o di diffondere viene esposto in tutto il suo splendore meretricio, strombazzato e portato in giro per una nazione di compratori distratti. Giovani e vecchi hanno sofferto e soffrono di una specie d'emorragia del consumatore, ad opera di una civiltà incurante che produce solo rumore, confusione, virilità fasulla e pornografia. È una nazione di piazzisti, d'imbecilli, di finocchi a riposo, di bagasce spogliarelliste che sopra o sotto l'ombelico non hanno più nulla (il patetico tentativo dell'America di simulare il vigore sessuale è altrettanto poco convincente quanto la sua fama di grande alveare degli affari). Adesso l'unica funzione dell'America è di sostenere la confusione, il sudiciume, la vuotaggine, il travestitismo razziale, per poter finire il più in fretta possibile nella pattumiera cosmica della non-esistenza. [...]
Il consumatore americano viene riempito prima che sia vuoto, ingozzato senza che lui conosca mai la sensazione della fame o della sazietà, gli organi dell'America vengono continuamente manipolati e preparati per le operazioni chirurgiche o plastiche o per qualsiasi altro intervento che il Maestro Masturbatore possa ritenere utile. Così i finocchi si occupano della cosmetica sessuale per uomini e donne, stimolano le gonadi dei giocatori di baseball, dei pugili, dei capitani d'industria, degli agricoltori e dei commessi di drogheria dei piccoli centri che mettono i soldi da parte per andare nella Settantaduesima Strada West di Manhattan a far le checche, per non parlare del decreto che ordina a tutte le donne di somigliare a matite senza il foro per il ricambio.
Oggigiorno in America il vero orgasmo sessuale ha luogo nel sacchetto di pop-corn del tuo vicino al cinema, o davanti al televisore guardando una partita di baseball e masticando hamburger con l'ottanta per cento di grasso.
Il piacere è morto in America da quarant'anni o forse più, in un'ondata di monossido di carbonio, di benzina, di sigarette per signora, di credulità in tutto e in tutti, di tolleranza per l'intollerabile, di paura d'un silenzio e d'una solitudine che durino più di venti secondi, è morto nella sicurezza che l'immortalità sia gli americani che mangiano wurstel di tutto manzo con un'accelleratissima peristalsi, mentre parlano con una folla di altri quindici trilioni di loro eguali che mangiano sandwich, si gasano con la coca-cola, hanno movimenti peristaltici e parlano e scommettono sulle corse di domani, mentre la TV-audio-video-baseball ulula, rugge, soffoca, rutta, scorreggia, esplode, strombazza, bela, assorda, scalpita, vomita, gracchia, strilla, ripete ripete RIPETE, specialmente DILLO ANCORA PIÙ FORTE DILLO ANCORA, ficca quel prodotto in ogni stramaledetta bocca di americano e fagli dire L'HO COMPRATO, DIO, L'HO COMPRATO ED È STRAORDINARIO È HOLLYWOOD È IL MIO SEDERE CHE VA DI NUOVO SU E GIÙ, È USA, DIO, e se non puoi sbatterglielo in bocca a farlo GIURARE, GIURARE USA, ficcaglielo laddove (guardate nel dizionario, laureati, se non avete avuto il tempo d'impararlo nel College di Vostra Scelta)»

James Purdy, Un ignobile individuo, Einaudi, Torino 1968

Nessun commento: