a Galatea, ad Alex, a Malvino, a Phastidio, a Formamentis, a Federica, a Giovanni, a Chiara
« - Lei è moralista? Esprima un giudizio ironico sugli italiani.
- Sono dei dongiovanni sul piede di casa che all'estero si lamentano del cattivo caffè e a casa consumano più brillantina che carta.
- Bene. Definisca scherzosamente la situazione politica in Italia.
- La situazione politica in Italia è grave ma non è seria.
- Ne dia un giudizio più amaro.
- Sono un sincero democratico, ma certe cose mi fanno arrossire di rabbia e di vergogna: penso, pertanto, che gli italiani sono irrimediabilmente fatti per la dittatura».
Ennio Flaiano, Diario notturno (Taccuino 1954), Adelphi, Milano 1994.
8 commenti:
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E difatti se no non si spiegherebbe il Ventennio. E se ne sono dimenticati.
appurato che gli italiani capiscono solo l'essere comandati e trattati come pecore da un pastore, e in spirito di "esame di moralismo", ci si potrebbe forse anche chiedere come mai di questa tendenza italiota approfittino sempre quelli "sbagliati", e se siano "sbagliati" proprio per il fatto che approfittano, o se hanno già qualche tara che li rende sbagliati a prescindere, e se qualcuno che riteniamo giusto potremmo ritenerlo sbagliato se approfittasse. è possibile una dittatura illuminata? o è un ossimoro? è possibile cambiare gli italiani? persino i più ottusi rednecks conservatori della cotton belt andrebbero meglio, mi sa.
@alex: io temo che sia perfino peggio: e cioè che sia connaturato nell'italiano che gli "altri" siano sempre "sbagliati" a prescindere, e ciò che accettiamo dai "nostri" (strizzando l'occhio, o al più con imbarazzati richiami al fine che giustifica i mezzi) è un in intollerabile sopruso se attuato dagli "altri" (e viceversa). E tutto ciò, incredibilmente, nella più perfetta buona fede. Lo scandalo delle firme (con annesso scandalo del decreto) è solo la comica finale di una situazione creata ad hoc, a suo tempo, per schiantare la rappresentanza dei piccoli partiti, nel disinteresse (o meglio, nell'interesse inconfessabile) di tutti.
Grazie per la dedica. :-*
Innanzitutto: grazie a tutti voi di essere qui, presenti, in questo momento di sconforto repubblicano
:-)
Ad Alex dico che un dittatore "illuminato" in Italia non potrebbe aver luogo perché se lo fosse (illuminato) non potrebbe avere una così bassa considerazione del popolo. Nel caso specifico, avrebbe accettato l'errore e avrebbe giocato la partita (anche in panchina) seguendo le regole.
A Bop: condivido parte di ciò che replichi ad Alex, soprattutto l'epilogo e sulla mia nostalgia del proporzionale puro senza sbarramenti (se non minimi: chessò, 1% dell'elettorato). Meglio l'ingovernabilità dei tempi pentapartitici che questo sfacelo di governo forte.
Questa è forse l'ultima della serie, non penso la più eclatante. Il ritardo italiano rispetto alle altre democrazie è epigenetico, non sembrandomi che nè nature nè nurture, prese da sole, siano sufficienti a spiegarlo.
E questo anche quando aderire a un credo politico ufficiale va a detrimento dei propri interessi, che è la cosa cui sembrerebbe (l'italiano) tenere di più. Non sono solo queste bagatelle a fare dell'Italia un pozzo democratico senza fondo, ma l'atteggiamento generale di tutti, dal politico che decreta in pompa magna, al centralinista della benemerita che (udito con le mie orecchie) alla segnalazione che c'è un tizio che gira per le case spacciandosi per impiegato di un grosso fornitore pubblico, dice: ma, ho sentito dire che passano!
(per chiarire: quando un operaio di un'impresa fornitrice deve entrare in casa tua, la ditta si premura di segnalartelo con un avviso attaccato al portone giorni prima, così puoi controllare)
Questa è l'Italia!
Grazie, Luca.
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