L'ANIMA I tuoi giudizi rumoreggiano su me a guisa di tuono, Signore: Tu fai vibrare di timore e di tremore tutte le mie ossa, sì che l'anima mia ne è atterrita: pieno di spavento, io considero che i cieli stessi al tuo cospetto non sono puri non sono puri. Ma Tu che ritrovasti macchie negli Angeli e non li hai risparmiati, che farai di me? Precipitarono dal cielo le stelle, che cosa posso aspettarmi io, niente altro che polvere? Caddero nel più profondo coloro le cui opere sembravano meritevoli di lode: vidi soddisfatti delle ghiande dei porci quelli che avevano mangiato il pane degli Angeli.
Non esiste santità, dunque, se Tu ritiri la tua mano, o Signore: non giova la saggezza, se Tu abbandoni il timone; non serve la fortezza se Tu cessi di rinvigorirla; non è sicura la castità se Tu non la difendi: a nulla vale la nostra vigilanza se manca la santità della tua. Abbandonati a noi stessi, affondiamo e andiamo in rovina, ma, se Tu ci visiti, ci risolleviamo e viviamo. Certo non abbiamo stabilità, ma in Te acquistiamo fermezza; siamo tiepidi, ma da Te riceviamo calore.
Oh, come devo sentire umilmente e bassamente di me! Come non devo far conto alcuno di qualche piccolo bene che mi sembri di avere!
Come devo inchinarmi profondamente agli impenetrabili tuoi giudizi, o Signore, nei quali non trovo più me stesso che il nulla, il puro nulla!
Imitazione di Cristo, Libro Terzo, Cap. XIV, traduzione di Carlo Vitali, Rizzoli
Ora è tardi, domani cercherò di tirare fuori un po' di senso da quanto sopra scritto.
1 commento:
qui parla un super ego
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