«Per lungo tempo si sono confuse la mafia e la mentalità mafiosa, la mafia come organizzazione illegale e la mafia come semplice modo di essere. Quale errore! Si può benissimo avere una mentalità mafiosa senza essere un criminale» [pag. 80-81]
«Cerchiamo di immaginarlo questo mafioso, divenuto capitano d'industria. Ricco, sicuro di potere disporre di una quantità di denaro che non ha dovuto prendere a prestito e che quindi non deve restituire, si adopera per creare, nel suo settore di attività, una situazione di monopolio, basata sull'intimidazione e la violenza» [pag. 129]
«Si sente ripetere sui giornali che il riciclaggio passa attraverso le finanziarie di Milano. Ma quante ne sono state identificate? Pochissime. Si dice da più parti che i riciclatori si servono delle operazioni di Borsa. Quante operazioni di questo tipo abbiamo scoperto? Nessuna, che io sappia. Affermazioni avventate di tal fatta possono influire in modo non irrilevante sul mercato legale. A volte il semplice fatto che la stampa additi alcuni settori finanziari come privilegiati dal riciclaggio basta a dirottare l'investimento con le intuibili conseguenze negative. Per dirla coi banchieri, il denaro ha “zampe di lepre e cuore di coniglio”» [pag. 139]
Giovanni Falcone, in collaborazione con Michelle Padovani, Cose di Cosa Nostra, Rizzoli, Milano 1991.
«A me mi hanno fatto arrestare Bernardo Provenzano e Ciancimino e non come dicono i carabinieri»
«Lei mi ci vede a confezionare la bomba di Falcone?». «Brusca non ha fatto tutto da solo. Lì c’era la mano dei servizi segreti. La stessa cosa vale anche per l’agenda del giudice Paolo Borsellino. Perché non vanno da quello che aveva in mano la borsa e non si fanno dire a chi ha consegnato l’agenda? In via D’Amelio c’entrano i servizi che si trovano a Castello Utveggio e che dopo cinque minuti dall’attentato sono scomparsi, ma subito si sono andati a prendere la borsa».
«La vera mafia in Italia sono i magistrati e i politici che si sono coperti tra loro e scaricano ogni responsabilità sui mafiosi. La mafia quando inizia una cosa la porta a termine assumendosi tutte le responsabilità. Io sto bene, mi sento carico e riesco a vedere oltre queste mura».
«Appuntato, lei mi vede a baciare Andreotti? Le posso solo dire che era un galantuomo e che io sono stato dell’area andreottiana da sempre». Totò Riina, “Rivelazioni a un agente carcerario”.
Nessun commento:
Posta un commento