martedì 7 luglio 2015

Il problema d'un mendicante

« Io mi domando perché la realtà dev'esser semplice. La mia esperienza mi ha insegnato che, al contrario, non lo è quasi mai e che quando v'è qualcosa che sembra straordinariamente chiaro, un'azione che apparentemente obbedisce a una causa semplice, quasi sempre al di sotto vi sono i moti più complessi. Un esempio d'ogni giorno: la gente che fa l'elemosina; in generale, si ritiene che è più generosa e migliore di chi non la fa. Mi permetto di trattare col maggior disdegno una teoria così semplicistica. Chiunque sa che non si risolve il problema d'un mendicante (d'un mendicante autentico) con dieci centavos o un pezzo di pane: si risolve soltanto il problema psicologico del signore che in tal modo compra, per quasi nulla, la sua tranquillità spirituale e il suo titolo di generoso. Si giudichi sino a che punto possa essere meschina questa gente che non si decide a spender più di dieci centesimi al giorno per assicurare la propria tranquillità spirituale e l'idea riconfortante e vanitosa della propria bontà. Quanta maggior purezza di spirito e quanto maggior valore si richiede per sopportare l'esistenza della miseria umana senza questa ipocrita (e usuraia) operazione! »

Ernesto Sábato, Il tunnel, Buenos Aires 1961, edizione italiana Feltrinelli, Milano 1967 (traduzione di Paolo Vita-Finzi)

Chiunque sa che non si risolve il problema d'uno Stato (d'uno Stato debitore) con qualche miliardo di euro o un pezzo di pane: si compra soltanto del tempo, tempo per fare riforme strutturali  (ed è notorio quali strutture saranno riformate) e per far di nuovo alzare gli indici (indici? A me sembrano medi) borsistici che, per un certo periodo, daranno l'illusione che la tempesta è passata, che la strada intrapresa è quella giusta - e invece cresce la disoccupazione, la miseria si diffonde e la ricchezza si concentra in poche mani.
Rifiutare di capire che la crisi attuale (in corso da anni) non è una crisi economica (e politica) temporanea e/o ciclica, bensì è una crisi perdurante e definitiva, è la crisi strutturale del sistema economico e produttivo capitalista [*] - rifiutare questo dato oggettivo è coltivare l'illusione che questo sistema economico di rapina valoriale e collasso ambientale possa essere emendabile con delle riforme strutturali - e prima o dopo la sola riforma politica da praticare sarà la guerra. 

Marginale curiosità: vedasi la Siria. Dopo anni di conflitto, di devastazione, c'è qualcuno che sta alzando il ditino sul debito pubblico siriano delle parti¹ in lotta? In breve: per bombardare, i soldi si trovano sempre?

Sì.
via²

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¹Io spero vivamente vinca Assad.
² Notizia dello scorso marzo 2014.

2 commenti:

Marino Voglio ha detto...

essendo più che d'accordo* vorrei però osservare che:

il generoso ipocrita si lava l'ego a buon prezzo come faccio io acquistando una breve ma poderosa illusione sotto forma di bigliettino del superenalotto.
il barbone con solo dieci lavaggi di coscienze ipocrite altrui si compra la breve poderosa illusione che dà un cartone di vino o supposto tale.
e tutti la trasciniamo fino a domani; e così, "senza capillo mai"**, tendiamo a quel lungo termine nel quale, come è pacifico, "saremo...".

...tutto sommato è semplice davvero...

* di passo anch'io faccio un tiepido tifo per assad anche se non saprei spiegare bene perché
** esclusi i profondi come i Sàbato e i Massaro

Luca Massaro ha detto...

ciài ragione, ma io al limite so' profondo come un Venerdì.