giovedì 7 marzo 2019

Firenze, via dei Neri, ora di pranzo

Firenze, via dei Neri, alle due di un pomeriggio feriale di un assolato giorno di febbraio. Due ali di folla sui rispettivi marciapiedi attendono in coda, più o meno pazienti, di prendersi qualcosa da mangiare ai due negozi, posti uno di fronte all'altro, dell'Osteria di strada Antico Vinaio che propone panini, schiacciate, taglieri di salumi e formaggi tipici toscani e presa d'assalto da turisti (e forse anche da non turisti) perché altamente quotata su tripadvisor.
Un signore sui sessanta, dal mento largo e dagli occhi strani, da poco uscito da un semi-deserto Museo Galileo, in piazza dei Giudici, con ancora in mente ben impressa l'immagine della famosa reliquia del dito medio dello scienziato, si trova a passare tra le suddette ali di folla e, tra lo stupore e lo sgomento, si toglie il suo Portaluri di feltro e grida:
«Neanche nel Burundi o nel Burkina Faso la gente fa la coda per mangiare, brutti rincoglioniti. Vi siete intrippati il cervello: come se non ci fossero, in ogni angolo della città, posti analoghi dove mangiare e soddisfare le vostre budella tutte concentrate sui vostri telefoni del cazzo; fare la fila di un'ora per una fetta di finocchiona: fareste meglio prendervi a morsi, povere pecore impazzite di già, dimostrazione assoluta di come al genere umano basti niente per diventare gregge. C'è meno fila per entrare agli Uffizi, ma va bene così: prima gli stomaci e poi il culturale. Mi raccomando, però: non lasciatevi scappare rutti davanti alla Primavera».
Il signore sui sessanta non fa in tempo a terminare la sua invettiva che un nerboruto, addetto al servizio coda dell'Osteria, lo agguanta per la collottola e lo spinge via, appunto in direzione degli Uffizi. Le ali di folla, non si sa dire se più stupite o divertite, sicuramente perché non hanno capito nulla delle offese ricevute, riabbassano la testa sui loro telefonini e avanzano, centimetro dopo centimetro, verso la vittoria.

3 commenti:

Olympe de Gouges ha detto...

ben raccontato. non sapevo ci fossero le osterie col buttafuori. io pranzo quasi sempre al mercato (via dell'ariento), al massimo s'aspetta 5 minuti e c'è tanta varietà. alla sera c'è di peggio. una volta volevamo andare "ai latini", giustamente si doveva prenotare, ma poi arrivati sul posto trovavi ad aspettare tutto il giappone. non siamo mai entrati, né quella sera né mai. a roma, a due passi da trevi, c'è "pane e salame", lì a 1/2 giorno ci vuole il servizio d'ordine per entrare. via via, per mangiar male ci sono tanti posti, meglio fuori dal centro. e poi son tutti locali zozzi, anche a firenze, ma a roma e a trastevere in particolare è impossibile trovare un locale decente senza dover fare un leasing. ormai dalle alpi ai peloritani bisogna raccomandarsi agli dei.

Anonimo ha detto...

al mercato coperto al secondo piano?

Olympe de Gouges ha detto...

ies