giovedì 31 dicembre 2020

Così gli dèi sarebbero

Protratto, dunque, lo stato d'emergenza sarà. Quatto, quatto, ratto ratto, protratto protratto a tempo indeterminato... I tecnici dei vari comitati scientifici, gli statistici, gli eccetera, lancia in resta, sul campo - non sul campo di mota pieno e di sangue e di urine e di feci (chi le fa le feci?), ma sul campo mediatico e quindi politico, annunciano che non ci sono cazzi: l'Italia deve stare attenta, attenta!, in guardia (guardie! quello è scappato!), e ferma, fermamente ferma!, in sicurezza protocollare, tanto e tanto tempo ancora perché l'Rt (Rieti?) sale e niente pepe, perapapà perepepè piripipì. L'arrivo del vaccino non significa niente, italiani, nonostante sarete convinti a farlo con le buone o con le superbone (la Arcuri a tetta libera?), non («ahinoi» dicono tante sinistre testedicazzo) costretti perché pare che insomma un po' di libertà occorra concederla ancora in questo belpaese allucinato - voi italiani dovrete sottostare (stare sotto) coprifuochi, non varcare confini nazionali, regionali, provinciali, comunali - dovete stare a casa e fare la spesa (dal dentista ci si può andare a fare una pulizia del tartaro?) liberi di cliccare sui pollici facebookiani o cuoricini twitteriani e riempire carrelli di amazon e zalandon.
E non rompete il cazzo che siamo noi l'autorità.

Ma soprattutto: stasera, durante il discorso, niente rutto libero.

4 commenti:

Marino Voglio ha detto...

vorrei contestare il finale:

secondo me nel segreto del tinello il PSV mi vede e lamorgese no.

Luca Massaro ha detto...

allora c'entra anche un pernacchio

Franco Battaglia ha detto...

Sai che spesso lo preferisco il Battisti era Panella?!

Luca Massaro ha detto...

Io sì, perché compravo i dischi quando uscivano - e Don Giovanni... non avevo ancora vent'anni - mentre quello "era Mogol", lo sentivo meno "mio".