lunedì 8 agosto 2011

A cosa servono le regioni autonome

Luca De Biase, parlando della paradossalità della situazione dei debiti sovrani, scrive giustamente che se l'entrata nell'euro non ha prodotto quella tanto auspicata stabilità finanziaria, la colpa non è da addebitarsi alla moneta unica ma a un'amministrazione politica nazionale che non è riuscita a essere all'altezza delle speranze ivi sottese. 
Infatti, esistono casi di amministrazioni "locali" che sono riuscite ad ottenere la Tripla A: vedi Trento e provincia.

Di seguito la mia obiezione a commento del suddetto post.


Non discuto che Trento (e il Trentino-Alto Adige) siano riusciti a fare ciò, grazie ad una buona politica. Ma pensiamo davvero che Trento ci sarebbe riuscita ad essere così "efficiente" anche se non fosse stata il capoluogo di una provincia autonoma? Quello che voglio dire è questo: è "giusto" che esistano ancora regioni autonome in un quadro geo-politico /socio-economico come quello odierno? Certo, i trentini e gli altoatesini spendono bene i soldi pubblici... ok.
Ma è giusto che, fatto 100 delle tasse che versano i cittadini, la regione autonoma riceva (più o meno) 110? O comunque molto, molto di più di una regione non autonoma. Sì, lo so... la Sicilia, la Sardegna ecc. ma questa obiezione non mi sembra valida
Insomma, tra le tante teorie trite e ritrite sul federalismo, non sarebbe opportuna anche una rivisitazione costituzionale dell'autonomismo regionale, ben più urgente - a mio avviso - di quella sciaguratamente proposta dal governo di rendere costituzionalmente obbligatorio il pareggio di bilancio?

3 commenti:

nonunacosaseria ha detto...

sono d'accordo!

J. ha detto...

Se tutte le regioni fossero autonome... Che il Federalismo ce l'abbiamo già in casa e (spesso) funziona bene, altro che menate leghiste.
Credo che la "giustizia" sia che tutti giochino con le stesse regole e con le stesse carte.

bag ha detto...

credo che tutti gli abitanti delle regioni non a statuto autonomo sarebbero d'accordo.
peraltro, è storicamente insensato che esistano regioni di questo tipo, ormai. se la ragione di questo "favoritismo" era convincere regioni recalcitranti a rimanere unite all'italia, oggi si può tranquillamente dire che se non vogliono rimanere italia pazienza, l'europa è, anche se rimasta incastrata a metà strada, indirizzata verso l'unione amministrativa. si sono già abbattuti confini di vario tipo (monetario, lavorativo, ecc), prima o poi toccherà anche all'assorbimento dei vecchi e inutili stati-nazione nel grande leviatano europa. quindi regioni che mollano l'italia, dove vanno? o intendono poi rimanere isolate anche dall'europa? e senza gli aiuti dell'europa, ovviamente.
tagliamo le autonomie!