mercoledì 11 aprile 2012

Domani, forse

dentro la gabbia alcuni dormono
altri prendono posizione
bambini e cani sono rimasti soli?
trattengo le coperte sulle brande:
cadranno o non cadranno altre bombe?
Il cielo diventa azzurro cupo nei tagli delle vie
una puttana bionda quasi anziana
ancora bella di cosce e seni
seduta su una seggiola impagliata consola
un uomo con gli occhi luccicanti
«pazienza se non ce la puoi fare, domani
forse, adesso vai via che disturbi»
un travestito ha finito di fare la spesa
eretto, orgoglioso in equilibrio
porta a casa sulla testa un cesto pieno di viveri.
Ma la guerra? È davvero finita?
C'è da mangiare per tutti, adesso?
Ancora per pochi giorni, sì
ancora

21.8.1981

Antonio Porta, “Come può essere un poeta amato?”, in Tutte le poesie, Garzanti, Milano 2009

Adesso vado via che disturbo, la ringrazio comunque di essersi prestata alla mia impotenza, al mio scorno, alla mia finitudine. La ringrazio di avermi ascoltato, di avermi fatto versare lacrime inutili, di aver avuto compassione e di non essersi messa a ridere della mia miseria. La sua comprensione, la sua pietas sono state per me oro che luccica in questa giornata di pioggia necessaria. Vorrei poterle restituire ciò che m'ha dato, lo sappia, e non è cosa facile. Lei mi è stata di grande aiuto, mi ha aperto un mondo, mi ha fatto capire che basta poco per sentirsi umani e non soliti stronzi indifferenti che girano le spalle e vaffanculo al mondo. La sua saggezza, la sua gentilezza vengono da lontano, sono figlie di una vita fatta senza mai mettere i piedi in capo agli altri, lei è consapevole di questo, lei è saggia e - se avesse tempo - sono sicuro che si vestirebbe e verrebbe fuori con me ora, sotto la pioggia, a camminare accanto a questo fiume che tira il fiato, sotto questi alberi che, lo senti, stanno cantando dalla soddisfazione per un aprile che ha mantenuto la promessa. E io e lei, due sconosciuti, ci mettiamo in ascolto dandosi la mano per percepire se la musica prodotta è per entrambi la stessa. Ed è già ora il domani promesso. Ma è tardi, la ringrazio, non voglio disturbare oltre. Spero di rivederla. Domani? Forse.

3 commenti:

melusina ha detto...

Dieci volte meglio la tua prosa accorata che quella poesia senz'anima.

Luca Massaro ha detto...

Mi sento lusingato - e molto; ma è proprio la poesia di Porta (a mio avviso molto "animata") che ha dato il via al post.

A parte.
Lo sai che all'interno del volume indicato v'è una plaquette intitolata «Melusina. (Una ballata e un diario)», contente un poemetto dal titolo omonimo? Riporto i primi due versi: «Tre sono i cavalieri e caracollano insieme / verso il fiume chiaro e lontano.»

melusina ha detto...

Forse è vero, con Porta sono stata apodittica. Gli è che le tue righe avevano una temperatura più affine alla mia. Ora comunque mi hai incuriosita, e dovrò cercarmi quel volumetto in biblioteca. Grazie!