Daniel
C. Dennett, L'idea pericolosa di Darwin,
Bollati Boringhieri, 1997 (pag. 251 traduzione di Simonetta
Frediani).
Fanno
veramente tristezza i redattori culturali di Avvenire
quando si occupano di temi di vaga natura bioetica. Fanno tristezza
perché li vedi a darsi di gomito e dirsi: «Vai tranquillo, noi
umani siamo le creature predilette di Dio, mica i babbuini; hai
voglia ai babbuini a insegnare a leggere, non ci riusciranno mai a
capire quello che dicono. Dio ci assomiglia, parla più lingue del
papa e sa tutte le parole del mondo. Non penserai mica che Dio
comunichi con le scimmie, vero?». Ma guarda un po' che culo, eh? C'è
caso che, dopo tale notizia, siano andati al bar a bere un cappuccino
tiepido gongolanti della differenza che ci salva: nessuno potrà mai
parlare con Dio, tranne noi, vuoi mettere? Tutto il “creato” è
stato fatto a misura d'uomo, l'unico essere vivente degno di
comunicare con Dio.
Mi vengono
in mente queste cose dopo la lettura di un articolo a firma di
Giuseppe O. Longo, dal titolo «Una scimmia non fa lettura»
ove viene data notizia di un esperimento condotto da psicologi
cognitivi francesi sulle capacità di lettura di alcuni babbuini.
Siccome
i nostri “cugini” hanno imparato a mente in poco tempo un bel
numero di parole, la notizia è rimbalzata nelle agenzie di stampa,
come sempre accade di fronte a tali temi. Le scimmie hanno imparato a dire
parole, sì, ma non a capirne il significato – e da qui deriva il
sollievo del redattore culturale di Avvenire. Scrive Longo:
«In effetti i babbuini non capiscono ciò che “leggono”: dal riconoscimento dei simboli alla semantica, cioè alla comprensione del significato, il passo è enorme. Già nel 1980 il filosofo americano John Searle aveva proposto un esperimento concettuale, detto “della stanza cinese”, per sostenere la tesi che la capacità sintattica, cioè la capacità di riconoscere e manipolare simboli, non è sufficiente per la loro comprensione (semantica).»
Non
sono uno studioso della materia, quindi non saprei dire se tale
esperimento concettuale sia stato confutato o meno. Mi ricordo però
– in uno dei libri che hanno cambiato radicalmente la mia
forma-mentis (sempre che ne abbia una, claro) – che Dennett critica
sovente le idee di Searle a proposito della concezione della mente.
In estrema sintesi, come scrive lo stesso Dennett: «Searle sostiene
fermamente che la mente umana è dotata di intenzionalità
“originaria”, una proprietà che in linea di principio non si può
raggiungere con alcun processo di ricerca e sviluppo che costruisca
algoritmi sempre migliori. È un'espressione di fede, pura e
semplice, le fede nei ganci appesi al cielo: la mente è una fonte
originaria e inesplicabile di progetto, non il risultato di un
progetto» (D.C. Dennett, ibidem,
pag. 507).
È
chiaro quindi perché la redazione culturale di Avvenire saluti con
gioia il fallimento dei tentativi scientifici di far parlare le
scimmie. Non potendo confutare il darwinismo e la deriva dei
continenti, si aggrappano a questi piccoli respingimenti del nemico,
che assomigliano tanto a quelli delle povere tribù indiane che respinsero i primi conquistadores.
«Quindi andiamoci piano: i babbuini a qualche livello sanno riconoscere i simboli, cioè le combinazioni di lettere, ma di qui a dire che sanno “leggere” ne corre.»
Le
scimmie non riusciranno mai a capire ciò che leggono, ma non
importa: tra pochi anni, invece delle scimmie, ci saranno degli
automi a leggere e a capire quel che leggono, e non solo. Quando ci
sarà un'intelligenza artificiale che leggerà al posto nostro e
capirà quello che legge*, che si metterà persino a recitare i Salmi
all'alba e le Lamentazioni alla sera, come potranno parare il colpo i
creazionisti? Diranno che le macchine sono creature divine di seconda
generazione, in quanto create dai figli di Dio? Potrei avere un cacciavite?
*Credo
che siamo a buon punto, vero?
P.S.
Il titolo del post è un po' criptico. Occorre vedere il video segnalato a partire da 4'30'' fino a 4'50''.
4 commenti:
Al di là dei patetici tentativi dei giornalisti di provata fede, nei cattolici obbedienti traspare sempre un odio larvato nei confronti della natura, e degli animali in particolare. Tutto ciò che non si piega ai loro bacati schemi mentali è pericoloso, diabolico, "relativo". Vivono male, c'hanno grossa crisi.
Sai che in un primo momento, in luogo della preposizione articolata "nei" ho letto "noi" cattolici? Alla Anskijeghino, insomma.
Noi genitori cattolici desideriamo preservare i Valori e difendere i nostri figli dalla pornografia e dal relativismo, che fanno rima con comunismo. Per non farli mescolare con marocchini, albanesi e cinesi, abbiamo mandato Gioele, Samuele e Ukulele nella scuola privata di don Pierino, che vuole loro tanto bene e li accarezza tutti i giorni.
Ecco, così va meglio. Hai mica il numero di don Pierino che quasi quasi ci mando anche le mie?
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