giovedì 17 maggio 2012

È utile parlare del tempo e dello spazio


«È inutile parlare del nostro tempo, Signori. Il nostro tempo fu schiacciato e deriso, smembrato, dilaniato, disperso...». Antonio Delfini, Diari (1927-1961), Einaudi, Torino 1982

Allora parliamo dello spazio. Quanti metri quadrati abitate? Sufficienti per vivere in pace oppure ve ne occorrerebbero di più? L'affollamento è sinonimo di soffocamento. In ogni stanza alberga l'esistenza, come diceva Poliziano. Se poi dentro ogni stanza ci metti una ninfa o un fauno a seconda dei gusti, ecco che il tempo passa che nemmeno te ne accorgi. Un giorno diventa uguale a un minuto, un mese a un giorno e così via, finché l'universo diventa alla nostra portata. Dite che esagero? No, non sono affetto da megalomania, solo constato che o all'universo ci si crede e ci si proietta in esso facendo finta di esserne parte, oppure si rimane schiacciati in questa padella di terra come se fossimo sogliole impanate e fritte. E i pensieri bisogna che siano sempre all'altezza delle proprie ambizioni. Io ne ho una ma mica sto a dirla qui, sono cose che se uno le dice pubblicamente perdono valore, giacché subiscono fascinazioni, mediazioni, alterazioni. Così rimango nel vago, e vago nell'universo dei possibili. Tutti non li conoscerò mai, non è possibile. E quindi impongo alla mia volontà di cercare il tempo e lo spazio migliori per avere una certa contezza dell'infinito. L'infinito a portata di mano, insomma. La tua mano, anche.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

in quella mano c'è tutto l'universo desiderabile
non serve altro
N.

Luca Massaro ha detto...

No, non serve altro, proprio così
:-)