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La mia restauratrice non è molto in forma. Io avevo perduto la testa, lei mi ha aiutato a ritrovarla. Ma oggi sta zitta e il suo silenzio mi fa scricchiolare.
È lì che lavora a testa china con la mescola e non capisco se ce l'abbia con me oppure se le sia incorso qualcosa di sgradevole, qualche bisticcio coi colleghi, delle incomprensioni con il direttore ai lavori.
Io sono qui, come sempre, fermo. Aspetto le sue mani curino le ferite, le incrinature, le crepe della mia esistenza immobile. Ma oggi mi ha detto che no, deve occuparsi di altro, di qualcosa di più urgente. Io sono paziente - le ho detto a bocca chiusa - la mia è una pazienza millenaria. Altre cose sgretolano il mio animo guerriero, anche se a volte ho il timore che gli umani abbiano il cuore più duro del mio. Succede spesso, infatti, che gli umani si perdano in battaglie senza senso nell'illusione di conquistare una pace che non sarà mai come essi immaginavano. L'unica pace possibile è quella della pietra. E per dare forma alla pietra o chiami un artista o il vento (il tempo). Chi ha fretta è bene usi la sabbia per scrivere o per fare castelli.
2 commenti:
Oggi mi sentivo giusto come pietra, pur senza averne la pazienza né tantomeno la pace (forse un pochino di animo guerriero, questo sì). Dopo questo post, però, credo si tratti solo di confidare: magari è domani che tornerà quell'artista, oppure soffierà il vento giusto. Mal che vada, ci penserà comunque il tempo.
Il tempo, sì.
E le parole, le tue: vento che modella.
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