Ma tu guarda il caso. Pochi giorni or
sono, in una delle mie biblioteche preferite, ho pescato la prima
edizione italiana pubblicata in Italia da Feltrinelli nel 1965 del
Tropico del cancro, ed estraendo una citazione che ho preso
per un post che trovate sotto, mi sono accorto per la prima volta
(perdonate) che il Tropico fu pubblicato da Feltrinelli a
Parigi nel febbraio 1962, quindi cinquant'anni fa, ma lì per lì non
ci feci caso e, appunto (ma tu guarda il caso), ieri su Repubblica
veniva ricordato tale cinquantennale con un bell'articolo di Walter Siti e un brano dello stesso Miller.
Sono cose che, per quel che valgono, mi
fanno sorridere, e sorridere non è male, soprattutto sotto i baffi.
Ma torniamo al Tropico,
al fatto che è stato un libro che ha segnato eccetera. Una cosa:
come tutti i capolavori imperdonabili
(per citare un aggettivo caro a Cristina Campo), rende ardua ogni
imitazione, anche da parte dello stesso autore, il quale rimase impigliato al
genere col Capricorno e Opus pistorum (Miller pestò troppo nel mortaio del porno, forse, chissà). Dicevo: tornare al Tropico per parlare anch'io di sesso. Voilà.
Ma perché dovrei parlarne di sesso?
Henry Miller, a inizio libro, riporta una citazione di Ralph Waldo Emerson, questa:
«E poi, a poco a poco, i romanzi cederanno il passo ai diari, alle autobiografie: libri avvincenti, purché chi li scrive sappia scegliere, fra ciò che egli chiama le sue esperienze, quella che davvero è esperienza, e il modo per raccontare veramente la verità».
Beh, si tratta di un pensiero altamente pertinente con la scrittura bloggheristica. Quindi vado. Dove? A parlare di sesso.
Il sesso e me, me e il sesso, ovvero: a che punto della mia evoluzione sessuale adesso sono? Cosa voglio esattamente, quale brivido? Cambiare genere? Non credo, non credo cioè che con evoluzione sessuale si debba intendere un cambio radicale dei gusti, quanto la loro graduale trasformazione. Vale a dire: sessualmente, adesso, posso desiderare e volere le stesse cose che volevo e desideravo venti anni fa? Il sesso, questa scatola chiusa che solo alcuni hanno il vezzo di esibire. Il sesso, questa pratica necessaria per stabilire con il corpo una suadente complicità. Il sesso come moltiplicatore d'essere. Il sesso come senso permanente di esistenza. Il sesso che due palle. Il sesso sesso con troppe esse. Il sesso esse esse in divisa coi giochi di ruolo. Il sesso vanesio. Il sesso imprevedibile che ti prende in un momento in cui non puoi assolutamente soddisfarlo. Il sesso in chiesa. Il sesso messo. Il sesso dimesso. Il sesso antico. Il sesso e le nuvole. Il sesso è le nuvole: copula sbagliata. Il sesso negli aeroplani, il sesso sui divani. Il sesso lombrico. Il sesso amico dell'uomo (e della donna, ma non tra parentesi). Il sesso tra parenti di secondo grado così si può discutere successivamente se sia incesto o no. Il sesso in Val Camonica. Il sesso che non c'entra niente. Il sesso che datemi una mano a fare sesso. Il sesso che mi fermo. Il sesso stanco. Il sesso manco a volerlo e oggi lo volevo ma c'era un vetro. Il sesso bancomat: desidera la ricevuta? No, sì, forse. Il sesso preservativo. Il sesso ti sana. Il sesso camomilla. Il sesso esprimi un desiderio ora, uno preciso, netto, definitivo, di' quale sia la tua maniera preferita per raggiungere l'orgasmo. Il sesso chiasmo: le donne, i cavalieri, le armi, gli amori. Il sesso furioso. Il sesso curioso. Il sesso spiegato ai bambini (saprete queste cose quando sarà troppo tardi). Il sesso vaffanculo sono stanco, non ti sopporto, oddio no per favore dormi che domani mattina. Il sesso in cantina tra i prosciutti. Il sesso affettato. Il sesso ora basta, lo so, anche le cose belle dopo un po' vengono a noia. Il sesso è aria e per questo va respirato. Il sesso mmmmmmmmmmmmmm. Stop.
3 commenti:
Io non capisco perché non si possa far sesso all'aperto di giorno :(
Complicato, 'sto sesso.
@ Crisa: perché siamo animali strani
@ Melusina: complicati noi.
:-D
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