«E che cosa vuol dire essere un Io? Consiste nell'essere un raddoppiamento. Così, il termine di attrarre veramente a sé assume a questo punto un duplice aspetto. La calamita attira il ferro, ma il ferro non è un Io; così, in questo caso, attrarre veramente a sé equivale dunque a porre una scelta. Per il ferro che è attirato non c'è e non può esserci questione di scelta. Ma un Io non può veramente attrarre un altro Io se non mediante una scelta, di modo che attrarre a sé in verità rappresenta un atto composto».
Søren Kierkegaard, Scuola di cristianesimo, 1850, in T.W. Adorno, Kierkegaard, Longanesi, Milano 1962 (ristampa 1983).
Volevo dire questo: non voglio essere calamita e non voglio essere ferro. Solo un Io che cerca, nelle condizioni storiche e sociali date, in questi limiti che non sono un alibi ma realtà oggettiva, di scegliere nella fottuta consapevolezza che non può scegliere due strade diverse au même temps - e questo sì che è un alibi per restare fermo, vittima della mia propria acedia.
Intanto, per cercare di raddoppiare, due settimane fa ho fatto un abbonamento in palestra - ma per ora è raddoppiato solo il torcicollo. Andrò da una masseuse.
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